Se c’era qualche dubbio, l’avvio del dibattito al consiglio regionale l’ha sciolto. L’obiettivo principale della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (ma non firmata dal Pd) era quello di ‘stanare’ i Riformatori. E di obbligarli in qualche modo a uscire dalla posizione, che le opposizioni considerano ambigua e contraddittoria, di sostenitori della giunta e, ogni tanto, di suoi oppositori.
Curiosamente, mentre dai Riformatori non sembra proprio arriverà alcuna risposta (al momento non risultano nemmeno iscritti a parlare) un’altra delle anomalia del quadro politico isolano è emersa in apertura del dibattito. Infatti un autorevole esponente del Psd’Az, cioè di un partito che fa parte delle forze che sostengono Cappellacci, ha annunciato che voterà a favore della mozione di sfiducia.
“Voglio dire sì a questa mozione a titolo personale anche rispetto alle conseguenze politiche a cui mi espongo – ha spiegato infatti Paolo Maninchedda – ci sono responsabilità della Giunta, ma anche del Consiglio che è ingessato. Voto a favore per l’urgenza di un nuovo quadro politico e per dire no a questa politica”.
Il ‘processo’ ai Riformatori è stato avviato da due dei firmatari la mozione, il leader di Sinistra ecologia e libertà Luciano Uras e il consigliere del Centro democratico Roberto Capelli. “Qua – ha detto Uras facendo riferimento all’iniziativa adottata dai Riformatori per protestare contro la proroga delle province – non si tratta di andare dal Capo dello Stato ma di chiedere al oresidente della Regione di dimettersi per l’inadempienza sulla vertenza entrate e di prendere atto di questo fallimento e dare la parola ai cittadini”. E Capelli: “C’è una sfiducia di fatto di una parte della maggioranza, non si possono dire alcune cose e poi continuare a sostenere la Giunta. E’ una mozione elettorale la nostra? – ha poi domandato con riferimento alle polemiche dei giorni scorsi – Sì, lo è se è dire alla gente perché critichiamo questa maggioranza”.
Il risultato finale non dovrebbe comunque riservare sorprese. La cosa più probabile è che la maggioranza di Cappellacci, nonostante continui a perdere pezzi, riesca a tenere. E che il futuro del governo regionale sardo venga deciso dal risultato delle elezioni Politiche.