Dopo la convocazione della mozione di sfiducia all’esame in aula il 13 febbraio, il Governatore Ugo Cappellacci torna sull’argomento dichiarandosi “triste” per la vicenda. E come per corroborare il fatto che ci sono cose più importante a cui pensare, è diventato attivissimo sulla questione della zona franca: stamattina ha firmato una comunicazione da inviare a Governo e Unione Europea per rendere la Sardegna zona franca integrale.
“Oltre che triste per quelli che sono i costi del sistema del Consiglio regionale che si riunisce, credo che dovrebbe essere responsabilità di ciascuno che il Consiglio lavori su cose produttive anziché occuparsi di mozioni di sfiducia”: questa è la replica del Presidente della Regione ai partiti dell’opposizione – Sel, Idv, Centro democratico e Sardigna Libera – che hanno presentato il documento di sfiducia nei suoi confronti.
La dichiarazione è arrivata a margine della presentazione della proposta della zona franca integrale per la Sardegna. La Giunta ieri ha approvato una delibera per avviare il percorso per rendere operativa la fiscalità doganale e di vantaggio nei sei porti dell’Isola (Cagliari, Portoscuso, Oristano, Porto Torres, Olbia e Arbatax) e in tutti i Comuni sardi, attraverso una perimetrazione, sottoposta a valutazione, coincidente con i confini naturali della Sardegna e delle sue isole minori e sulla base dell’articolo 174 del Trattato di Lisbona. Però i tempi sono stretti: il 30 giugno entra in vigore in Europa il nuovo codice doganale comunitario, che in Italia prevede due sole zone franche integrali, Livigno e Campione d’Italia. In Europa sono presenti alcune isole ma non la Sardegna.
L’istituzione della zona franca doganale è già prevista dalla normativa nazionale per i sei porti dell’Isola, ma attuata solo a Cagliari, anche se non del tutto operativa: dovranno essere riviste le perimetrazioni di tutti i porti, anche sulla base dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale che estende di oltre 100 km il limite della zona franca doganale.