“Puntuali per carnevale arrivano le stelle filanti e le chiacchiere. Spiace che in un momento come questo l’attenzione di una parte dell’opposizione sia rivolta alla ricerca di una facile ribalta mediatica elettorale anziché alla soluzioni delle questioni che più interessano a chi vive fuori dal cosiddetto palazzo”.
Così il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, commenta la mozione di sfiducia al governatore Cappellacci presentata presentata da Sel, Idv, Centro democratico e Sardigna Libera. “Se il loro contributo alla produttività dell’Aula è rappresentato da un atto che non avrà alcuna conseguenza pratica, appare evidente quanto ad essi siano chiare le priorità – conclude Pittalis -. Alla fine gli unici ad essere sfiduciati saranno i proponenti”. La mozione è sottoscritta da otto consiglieri del centrosinistra, ma non dal Partito democratico.
Il Partito Democratico nel frattempo ha però fatto sapere che non farà mancare il suo impegno insostituibile per far cadere il centrodestra e il suo presidente. ” Invito gli alleati del centrosinistra a rimettere a fuoco il bersaglio” ha detto il capogruppo dei democratici in Consiglio regionale, Giampaolo Diana, rispondendo alle critiche per la mancata sottoscrizione della mozione di sfiducia a Cappellacci.
“Non comprendiamo l’attacco al Pd da parte degli alleati del centrosinistra: capisco le fibrillazioni elettorali ma, attenti a non confondere il diavolo con l’acqua santa. Ricordo loro che in questi quattro anni di legislatura, se c’é qualcuno che ha avuto dubbi e votato col centrodestra, quelli non siamo certamente noi. Così come non siamo noi quelli che in più di una occasione hanno ‘flertato’ col centrodestra o parte di essa – attacca il capogruppo – Tuttavia, stiano tranquilli i nostri alleati, con i quali vogliamo vincere le elezioni politiche e quanto prima quelle regionali, per ridare una speranza all’Italia e alla Sardegna”.
Claudia Lombardo, ha convocato l’Aula per mercoledì 13 febbraio alle 10, anticipando la riapertura dei lavori fissata izialmente per il 26, dopo il voto delle politiche.
