La Regione sfratta l’assessorato al Lavoro

“Lasciate quegli uffici entro il 10 marzo, non sono sicuri”. La Regione sfratta l’assessorato al Lavoro. “Uno sgombero grottesco”, denuncia il segretario della Cisl Fp Davide Paderi.

“Lasciate subito quegli uffici, non sono sicuri”. L’ordine di sgombero è arrivato niente meno che per l‘assessorato regionale al Lavoro. A imporlo, l’assessorato regionale agli Affari generali. Con tempi strettissimi: il trasloco va chiuso in 28 giorni, entro il 10 marzo. Diversamente “si procederà all’interdizione dell’intero stabile”.

Tutto è successo via fax, con tre pagine di fax partite il 10 febbraio per liberare i locali di via XXVIII Febbraio. Che detta così, sembra quasi una barzelletta. Invece è tutto vero. La Regione sgombera se stessa, a fine legislatura. Ma non se n’è saputo nulla fino a questa mattina, quando è arrivata la nota di fuoco firmata da Davide Paderi, il segretario della Cisl Funzione Pubblica che “denuncia, con forte preoccupazione, lo sgombero malizioso, deciso a cavallo con le elezioni e durante il vuoto di governo”.

L’assessorato regionale al Lavoro è ospitato da anni nell’ex albergo Enalc vicino a piazza Giovanni XXIII, precisamente al civico numero 1 di via XXVIII Febbraio, un edificio che rientra tra le proprietà immobiliari della Regione. “Ma in gran parte della struttura – si legge nell’ordinanza – manca l’impianto di messa a terra”. Cioè, un piccolo lavoro da elettricista che isola le masse metalliche, scongiurando il rischio di folgorazioni. Un po’ come succede per lavatrici e frigoriferi.

Esattamente per questo, il segretario regionale della Cisl Fp parla di “episodio grottesco: anziché evacuare 200 persone e imporre un trasloco oneroso, sarebbe bastato un intervento ordinario di messa in sicurezza dell’impianto elettrico. In tempo di spending review, la giunta Cappellacci non usa la legge del risparmio, ma quella dello sgombero in stile americano”.

Che lo stabile in via XXVIII Febbraio non fosse a norma, lo si è scoperto con un’ispezione del 7 febbraio, richiesta tre giorni prima dalla Direzione generale dell’assessorato al Lavoro. Paderi dice: “Dopo anni di stagnazione, viene fuori che erano prontissime relazioni tecniche e soluzioni alternative, a cominciare dai locali da affittare”. Di certo, le tre pagine di fax, in cui è ribadita l’urgenza del provvedimento, sono state spedite al presidente Ugo Cappellacci e agli assessori al Lavoro (Mariano Contu), agli Enti locali (Nicola Rassu) e agli Affari generali (Mariolino Floris). Ma anche ai relativi direttori generali.

Al momento non è certa la destinazione dei nuovi uffici. Non si esclude che l’assessorato possa essere spaccato in due diverse sedi. Paderi parla di “un possibile canone di locazione da 700mila euro l’anno, e la zona individuata dovrebbe essere quella di Santa Gilla, come recita la nota della delibera di Giunta che restringe il compasso degli affitti intorno ai nuovi palazzi del quartiere”. Lì dove ce ne sarebbe uno anche in via Posada, sempre di recente realizzazione. E la proprietà dovrebbe essere di due diversi imprenditori cagliaritani

Paderi lancia un appello al neogovernatore Francesco Pigliaru: “Oltre lo sconcerto per le decisioni prese in tutta fretta, la Cisl Fp chiede al nuovo presidente di verificare cosa sta avvenendo e di bloccare, se possibile, lo sgombero: la sicurezza e la 626 non possono essere un pretesto per realizzare operazioni che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei lavoratori e della Sardegna. Noi da anni sosteniamo la necessità di dare avvio a un serio piano anti-sprechi, di cui finora non si è vista traccia. Anzi: l’operazione di via XXVIII Febbraio si muove in direzione opposta”.

Alessandra Carta

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