Il ministro Kyenge in Sardegna: “Oggi l’Italia è casa mia”

Un patto di sei anni per l’Europa delle diversità e per la lotta al razzismo. Lo ha annunciato la ministra dell’Integrazione Cecile Kyenge chiudendo a Terralba la due giorni oristanese della sua visita in Sardegna. Nascerà nel 2014, ha spiegato l’esponente del Governo, e riguarderà non solo i singoli Stati dell’Unione ma anche le sue istituzioni, così come i suoi leader e i suoi cittadini. A Terralba la ministra ha tenuto a battesimo la Consulta dei migranti. Il paese conta circa 150 immigrati su una popolazione complessiva di poco superiore ai 10 mila abitanti. Molti di loro erano nell’auditorium delle scuole superiori che ha ospitato l’iniziativa.

Tra questi anche qualche giovane e alcuni bambini per i quali l’integrazione non è più solo un sogno. Frequentano le scuole con profitto e partecipano alla vita sociale della comunità. Ma non lontano dal paese c’è anche un “pessimo esempio di integrazione“. Lo ha raccontato e definito così il vescovo della Diocesi di Ales Terralba, monsignor Dettori, e riguarda sette sacerdoti africani (cinque della Tanzania, uno del Congo e uno del Madagascar) che operano nelle parrocchie ma che non possono diventare “parroci” e non possono celebrare i matrimoni perchè non hanno la cittadinanza italiana. Spunto raccolto dalla ministra Kyenge per raccontare la storia della sua “integrazione”. Un percorso seminato di difficoltà: “se in quei momenti non ho preso una strada sbagliata – ha svelato – è merito dei libri che leggevo dalla mattina alla sera. E oggi in Italia mi sento a casa mia e ai giovani che mi definiscono ‘la ministra africana’ voglio dire che sono invece una ministra della Repubblica italiana”.

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