Il Consiglio regionale tra fedelissimi e ribelli: ecco le insidie per Pigliaru

È la mappa delle possibili sorprese d’autunno, quando nell’Aula di via Roma si discuteranno le riforme.

Sulla carta è una maggioranza granitica, quella del centrosinistra: 36 consiglieri – compreso il governatore Francesco Pigliaru – contro i 24 dell’opposizione. Lo scarto è di 12 voti, roba da scoraggiare falchi e franchi tiratori. Ma considerando le riforme da approvare, e vuol dire riorganizzazione della Regione, Province e Sanità, c’è il tanto perché la coalizione di governo s’incarti. O vada sotto. Ecco, allora, la mappa delle insidie nell’Aula di via Roma, una lista di nomi da dove potrebbero venire fuori le sorprese dell’autunno. Con una costante che ha finora segnato la legislatura: la contrapposizione tra Pd, che somma 18 voti, e il resto della maggioranza.

Nel centrosinistra, da mesi i sorvegliati speciali sono i consiglieri di Sovranità, Democrazia e Lavoro, ovvero il gruppo che unisce Partito dei Sardi (Pds) e Centro Democratico (Cd). Ne fanno parte: Roberto Desini (presidente), Augusto Cherchi (vice), Anna Maria Busia, Gianfranco Congiu e Piermario Manca. Escludendo Congiu, appena diventato onorevole con la sentenza del Consiglio di Stato, i quattro sono gli oppositori ufficiali del Pd (la battaglia più frontale, seppure persa, fu il tentativo di non mandare a Roma o Pigliaru e il presidente dell’Aula, Gianfranco Ganau, per l’elezione del Capo dello Stato). Al gruppo va aggiunto Alessandro Unali, eletto un anno e mezzo fa col cartello elettorale di Sinistra sarda, cioè l’alleanza Prc-Pdci scaricata in estate.

Così sono sei voti che potrebbero ballare nel centrosinistra, ma non gli unici. Tra i potenziali ribelli della maggioranza, sempre guardando a quanto successo sino a oggi in Aula, ci sono pure i consiglieri del neo gruppo chiamato “Cristiano popolari socialisti”. Lo compongono i due ripescati dai giudici amministrativi, Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia, più Raimondo Perra, il socialista di via Roma. Questo gruppo è una rivisitazione di Sardegna Vera, creata a inizio legislatura mettendo insieme lo stesso Perra, più Gaetano Ledda (ex Upc) e i decaduti Efisio Arbau (La Base) e Michele Azara (Idv).

Il decimo sorvegliato speciale è lo stesso Ledda che, sempre in estate, ha mollato l’Upc per rispondere agli ordini di Arbau e de La Base, di cui in via Roma è l’unico rappresentante. Ledda, attualmente, è nel gruppo Misto, presieduto da Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) che sinora è stato sempre un allineato della maggioranza.

Quanto al Pd, dall’inizio della legislatura più di un Dem è salito sull’Aventino: da Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, ad Antonio Solinas, alla guida dell’organismo consiliare che gestisce Urbanistica e Governano del territorio.

A ben vedere, quei 12 voti di vantaggio tra maggioranza e opposizione possono rapidamente azzerarsi, costringendo la stessa coalizione a faticosi equilibri e soprattutto ad ampi ritardi nell’approvazione delle delibere.

Va segnalato infine che tra i partiti minori del centrosinistra ci sono pure i RossoMori, con i consiglieri Emilio Usala e Paolo Zedda. Ma a parte le questioni sulla lingua sarda, specie con la Finanziaria 2015, in questa legislatura i due non si sono contraddistinti per l’apertura di fronde interne.

Il centrosinistra si completa con i 4 consiglieri di Sel: Daniele Cocco (capogruppo), Francesco Agus, Eugenio Lai e Luca Pizzuto che per svariato tempo hanno fatto asse con Partito dei Sardi e Centro Democratico. Tuttavia, Cocco si è tirato fuori presto dalla mischia, idem Lai, anche in virtù del suo incarico di vicepresidente dell’Aula. L’alleanza resiste quasi esclusivamente con i vendoliani più vicini al senatore Luciano Uras, cioè Agus e Pizzuto.

Ecco infine gli altri 16 Dem che valgono lo zoccolo duro del sostegno a Pigliaru. E oltre a Ganau, ci sono Pietro Cocco (presidente), Roberto Deriu (vice), Alessandro Collu, Salvatore Demontis, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Daniela Forma, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Valter Piscedda, Rossella Pinna, Gigi Ruggeri e Gianmario Tendas.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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