Regione, Solinas vuole la rivoluzione: Lega fuori dalla Giunta, dentro il Pd

Christian Solinas ci crede. Per la verità da oltre un anno. Il presidente della Regione pensa a una nuova maggioranza trasversale senza più la Lega e col Pd dentro. Politicamente nessuno gli potrebbe dare dell’oscena strategia, visto che l’asse esiste già a Roma. La differenza rispetto al Governo di Mario Draghi sarebbe che in Sardegna il capo della Giunta si sbarazzerebbe del Carroccio, diventato ormai un alleato fastidioso e ingombrante, a contare le ripetute liti.

Ma andiamo con ordine. La rivoluzione di metà legislatura che ha in mente Solinas è stata rilanciata da Videolina. E considerando la vicinanza della tv sarda al governatore, il nuovo scenario ha un suo fondamento. Del resto, l’eventuale cacciata della Lega dalla maggioranza rientra nelle corde del governatore che nel suo curriculum politico fa registrare analoghi epiloghi. Solinas diede il benservito a Mariolino Floris, dopo che l’ex presidente della Regione, in quel di Poggio dei Pini, borgo a una decina di chilometri da Cagliari, dove l’uno e l’altro vivono, coltivò la passione del piccolo Christian per la politica. Ne sa qualcosa pure Giacomo Sanna, a cui l’allievo Solinas sfilò il controllo del Psd’Az, sino a costringerlo alla ritiro.

Adesso tocca a Matteo Salvini. Dopo averlo usato per farsi scegliere come candidato governatore (il vento era buono e Solinas è stato eletto), adesso il presidente sardista non se ne fa più nulla del Carroccio. Anzi, avere la Lega alleata significa dover dividere un sacco di poltrone. I salviniani, addirittura, ne hanno un numero eccessivo, dal momento che a fronte di sette consiglieri regionali controllano la Sanità, i Trasporti e le Riforme, più la presidenza del Consiglio regionale, l’azienda Areus del 118 e l’Istituto zooprofilattico.

Al posto della Lega, Solinas vorrebbe in maggioranza il Pd. Che sino a oggi non si è certo consumato i tacchi a fare opposizione al centrodestra. Al contrario. Specie sulla sanità il Partito democratico ha spesso “prestato” i propri manager alla coalizione avversaria, entrando di fatto nel governo della Regione dalla porta di servizio.

Ora per il Pd ci sarebbe l’occasione di tornare al potere dalla porta principale, sul modello della Grande Coalizione che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha pensato per Draghi. Solinas, in piccolo, vuole riprovare con quello schema politico, anche perché il resto del centrodestra, tolto il Carroccio, è formata da partiti moderati.

Intervistato sempre da Videolina, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, l’ex presidente dell’Aula, Gianfranco Ganau, ha parlato di ipotesi “realistica e auspicabile”. Come dire: Ganau e Solinas si sono già parlati. E a pensarci bene sono spariti pure i comunicati stampa che il segretario dem, Emanuele Cani, un periodo mandava. Carezze a Solinas che erano anche un segnale a Enrico Letta appena diventato la guida del partito nazionale.

Se patto politico sarà, difficile che la base possa dire la propria. La scelta calerà dall’alto. Adesso si tratterà di capire se il Pd davvero vorrà accettare l’invito a nozze di Solinas unitariamente. La tempistica c’è tutta: il rimpasto della Giunta, annunciato entro giugno, sarebbe perfetto per mandare a casa il Carroccio e sostituire i leghisti coi democratici. La prima volta che se ne parlò a giugno dello scorso anno.

Nessun ramoscello d’ulivo è stato invece offerto ai Progressisti che Solinas vede come fumo negli occhi. Se infatti in Regione esiste l’opposizione, lo si deve quasi esclusivamente a Francesco Agus e a Massimo Zedda, rispettivamente  capogruppo e fondatore dei Progressisti. Sentito sul punto, Agus a Videolina ha detto che il nuovo scenario sarebbe “un suicidio politico per chiunque lo praticasse”. Incerto invece il ruolo che Solinas assegnerebbe agli M5s, che di tanto in tanto alzano ugualmente la voce, ma a Roma sono dentro l’asse di governo.

Se Solinas lascerà il Carroccio senza più ruote, sarà divertente conosce la reazione di Eugenio Zoffili, il commissario della Lega che da mesi, quando i “suoi” si sentono poco considerati da Solinas, prende l’aereo, arriva in Sardegna, chiede un incontro col presidente della Regione e poi fa un comunicato dove chiede rispetto per la Lega e prova a dettare ordini.

Alla decima volta, forse anche di più, è evidente che Solinas si è stufato del copione. E siccome il capo della Regione è lui e il Pd non è poi così distante dal presidente, ecco spuntare l’ipotesi della Grande Coalizione in salsa sarda. Nei prossimi giorni si capirà se Solinas fa sul serio oppure ha voluto solo spaventare Zoffili e i leghisti. A occhi è la prima, non la seconda.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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