La melina di Solinas stanca gli alleati. Rimpasto Giunta, nuova lite Udc-Lega

Scoppia l’ennesima rissa nella maggioranza sempre più sfilacciata di Christian Solinas, che non riesce proprio a consolidarsi come leader. Stavolta il nodo riguarda il rimpasto della Giunta, su cui il presidente della Regione, nei giorni scorsi, aveva promesso celerità. Invece qualcosa deve esserci inceppato – ormai è sempre così nel centrodestra -, tanto che Gorgio Oppi già nei giorni scorsi aveva annunciato l’assenza del proprio gruppo Udc in Consiglio regionale. E puntuale è arrivata la stoccata, con gli scranni rimasti vuoti.

I lavori dell’Aula programmati per questa mattina sono stati rinviati al pomeriggio. “Dialettiche interne alla compagine di maggioranza”, ha detto all’Ansa il presidente del Consiglio, Michele Pais, dando prova di politichese spinto. Che nella pratica vuole dire: in maggioranza c’è un caos grande così e Solinas non riesce a gestirlo.

La frattura più grande riguarda Udc e Lega. Oppi non ha troppa stima del commissario del Carroccio in Sardegna, Eugenio Zoffili. E soprattutto, visti gli equilibri in Aula, non tollera i posti di governo e sottogoverno rivendicati  e ottenuti dalla Lega. Entrambi i partiti hanno sette consiglieri a testa. Ma l’Udc ha un solo assessorato, ovvero la Cultura e la Pubblica istruzione in mano ad Andrea Biancareddu. La Lega, invece, ha le deleghe di Sanità, Affari generali e Trasporti, in mano rispettivamente a Mario Nieddu, Valeria Satta e Giorgio Todde.

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Il Carroccio ha poi ottenuto ultimamente altre poltrone pesanti, come l’Areus e l’Istituto zooprofilattico, piazzando entrambe le volte manager non sardi. Nell’Azienda del 118 è stata indicata la veneta Simonetta Cinzia Bettelini, all’Isz è arrivato l’umbro Giovanni Filippini. Vero che alle Regionali del 2019 il consenso elettorale della Lega è stata maggiore rispetto a quello dell’Udc. Ma il partito di Matteo Salvini adesso conta in Aula quanto lo scudo crociato.

Dopo il rinvio della seduta in Consiglio, si sono riuniti i capigruppo di maggioranza, dove l’Udc ha ribadito la propria distanza rispetto agli assetti dell’Esecutivo. Il gran capo Oppi l’aveva detto anche nei giorni scorsi: “Siamo determinanti“. Del resto la maggioranza ha 36 voti, mentre Progressisti, Leu, Pd e M5s valgono 24 scranni. Se Oppi spostasse i suoi in blocco, i rapporti di forza si invertirebbero: il centrodestra scenderebbe a 29, il centrosinistra salirebbe a 33. Lo scudo crociato ha i numeri per mandare a casa Solinas e la Lega. Non è un dettaglio da poco.

A spingere per il rimpasto ci ha pensato di nuovo anche Roberto Caredda, alla guida del gruppo Misto, eletto nel 2019 nella lista di Sardegna Civica. Caredda è il consigliere dato vicino al Psd’Az e pronto a cambiare casacca, al pari di Valerio De Giorgi, candidato di Fortza Paris. Il doppio acquisto porterebbe a dodici gli onorevoli sardisti. Ciò vorrebbe dire che Solinas sarebbe costretto ad accontentare prima di tutto i suoi.

In questo quadro sono due i partiti destinati a perdere l’assessorato: uno è la Lega, che passerebbe da tre a due (ma ha anche la presidenza dell’Aula); l’altro è Sardegna 20venti, sovrastimato al momento, perché ha una delega in Giunta, con Anita Pili all’Industria, a fronte di un solo consigliere eletto, il fondatore del movimento Stefano Tunis. Il quale ora non ha assolutamente la forza politica per difendere la poltrona nell’Esecutivo. Questione pura di matematica. La coperta delle promesse è corta. Solinas deve fare delle scelte nette. La melina, la passione del presidente, non è adatta al momento.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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