Nello Statuto speciale sardo c’è una “dimenticanza”. Il sardo non è indicato come “lingua ufficiale”. Lo sottolinea il presidente del movimento “Fortza Paris” Gianfranco Scalas. Il quale aggiunge: “In questi tempi in cui si cerca di fare della sardità un motivo di attenzione verso l’elettorato sardo forse in troppi, non hanno visto tale assurda dimenticanza. Le battaglie per un autogoverno e una piena sovranità non possono trascurare tali aspetti”.
Fortza Paris non ha presentato sue liste alle Politiche (per “non acuire le già dannose divisioni del mondo identitario sardo”) ma rivolge un forte richiamo alle forze politiche che andranno in Parlamento “per una immediata, forte e decisa azione perché vengano riconosciuti alla Sardegna ed ai sardi i diritti di minoranza linguistica come già in atto per la Val D’Aosta ed il Trentino Alto Adige”.
“Tale diritto – afferma Scalas – in primis significherebbe anche per i sardi di poter partecipare alle elezioni senza dover raggiungere il 4% a livello nazionale e quindi la possibilità per le forze identitarie di poter partecipare alla vita democratica in pari dignità e che comunque di fatto penalizzano i sardi.
Il riconoscimento come minoranza linguistica è già legge dello Stato (legge 482/ 99) ma non i suoi effetti che per esempio nei territori come Val d’Aosta e Trentino prevedono anche la indennità di bilinguismo che si traduce in una somma mensile negli stipendi variabile tra le 100 e 180 euro per i dipendenti pubblici e non solo”.