Tutto iniziò nel 2009 dai suoi resoconti e per questo fu emarginata. La vicenda riguarda la maxi inchiesta sui fondi ai gruppi in Consiglio regionale e la testimone chiave, allora funzionaria, Ornella Piredda. Questa è la posizione del pm Marco Cocco che ha aperto il primo filone in Italia, così si legge ne La Nuova Sardegna in edicola oggi.
Dopo le denunce sull’uso del denaro pubblico non in linea con le finalità istituzionali il Consiglio varò una leggina per stabilizzare tutti i 27 dipendenti dei gruppi, tranne la Piredda, in un certo senso “sfiduciata”. Un travaso diretto verso l’amministrazione regionale, senza concorso. Non solo: la differenza sostanziale stava nelle retribuzioni. La super teste mantenne un impiego all’assessorato ma con l’inquadramento minimo, base. Mentre i suoi ex colleghi avevano buste paga ben più pesanti, un surplus – è stato ricostruito nell’udienza di ieri – garantito dai soldi dei fondi ai gruppi. Gli attriti più forti tra la Piredda e l’allora capogruppo del misto, Giuseppe Atzeri, ruotavano attorno alla rendicontazione delle spese: la dipendente chiedeva fatture e scontrini, pezze giustificative, negate e rifiutate da Atzeri che dovrà rispondere anche di mobbing, abuso d’ufficio e maltrattamenti nei confronti della donna.