Finanziaria 2015: ecco tutte le novità. Pigliaru: “Svolta per il futuro”

Sei capi e 30 articoli per quasi 7,9 miliardi di euro. È la Finanziaria 2015 tra “sviluppo e lotta agli sprechi”, è la posizione della Giunta.

In Consiglio regionale comincia martedì il rush finale verso l’approvazione della Finanziaria 2015, la prima manovra della giunta di Francesco Pigliaru. “Un bilancio – ribadisce il presidente – che mette in gioco ingenti risorse, coniugando il rigore nella riduzione degli sprechi e lo sviluppo attraverso il pieno utilizzo dei fondi europei”. In totale sono quasi 7,9 miliardi e da quest’anno potranno essere spesi tutti, visto che la Sardegna è la prima regione italiana a cui sono stati cancellati i vincoli finanziari previsti dal patto di stabilità. Il solo paletto da rispettare è il pareggio di bilancio e questo in virtù dell’accordo firmato la scorsa estate con il governo di Matteo Renzi.

VERSO IL VOTO FINALE. Martedì, maggioranza e opposizione avviano l’esame dei 30 articoli divisi in 6 capi. Le eventuali richieste di correzione alla manovra vanno presentate entro le 12 di lunedì, si sono accordati i due schieramenti. Quindi il passaggio obbligatorio nella relativa commissione consiliare per autorizzare il voto in Aula degli emendamenti.

NUOVA IMPOSTAZIONE. Tecnicamente il bilancio 2015 è stata costruito su tre “capisaldi”, come li ha chiamati l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. E oltre all’abolizione dei vincoli di spesa previsti dal patto, Pigliaru e Paci hanno puntato “sul forte intervento di tipo keynesiano per sviluppare la domanda interna”.  Concretamente ecco il piano per le infrastrutture. Valore: 700 milioni che la Regione vuole recuperare contraendo un mutuo. Infine “la programmazione unitaria dei fondi statali ed europei”.

GLI EFFETTI. Entrando nel dettaglio dei tre capisaldi, Pigliaru chiarisce intanto il nuovo scenario che segue alla cancellazione dei vincoli previsti dal patto. “Con la possibilità di spendere tutto quello che entra, si danno risposte certe territori, istituzioni e categorie sociali”. Da un punto di vista strettamente finanziario, si evita di accumulare i “residui passivi” che sono un debito per la Regione. Paci li chiama “promesse di pagamento non mantenute”, di fatto una piaga nel bilancio sardo. Tanto che il 16 febbraio la Giunta ha stanziato i primi 500 milioni a copertura dei residui passivi, pari a un terzo dell’ammontare totale. “L’obiettivo – ha detto l’assessore – è estinguere l’intero debito entro il 2015”.

INFRASTRUTTURE. Quanto al mutuo da 700 milioni, sarà destinato alle opere pubbliche e verrà spalmato in otto anni “per rinvigorire l’economia delle imprese”. Non solo: sul peso che il mutuo potrà avere sui conti, Paci ha chiarito: “Non ci stiamo certo indebitando, visti il progressivo abbassamento del debito totale e il costo del denaro quasi nullo”. Sulla programmazione unitaria delle risorse, la Giunta si è data la regola di “spendere prima di tutto i fondi europei e poi quelli nazionali e regionali, una vera rivoluzione culturale”, dicono Pigliaru e Paci.

RISORSE EU. Il grosso dei soldi in arrivo da Bruxelles e messi a bilancio sono contenuti nel Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale. “Per il 2015 – risulta ancora – restano da spendere 397 milioni”, ma “complessivamente ce ne sono 500“. La Regione è obbligata al co-finanziamento, pari a 81 milioni”. Il grosso dei bandi è già stato individuato: “Per le politiche attive sul lavoro lo stanziamento è di 59 milioni; 73 per le imprese; 47 per cultura, sport e turismo; 165 per l’agricoltura”.

TASSE. La Finanziaria 2015 segna il taglio dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. “La abbattiamo per sempre del 25 per cento – sottolinea Paci – e la azzeriamo per i primi 5 anni alle nuove imprese“. A questo va sommato “lo sgravio del 20-30 per cento previsto dalla Legge di stabilità nazionale. Quella sarda – è la sottolineatura dell’assessore – sarà l’Irap più bassa d’Italia. Poi speriamo in una migliore congiuntura che ci consenta, entro la fine della legislatura, di abbassare anche le tasse, questo è un nostro obiettivo”.

89 MILIONI DI CORREZIONE. Dopo l’esame della manovra nella commissione consiliare, il bilancio 2015 è stato aumentato di 89,2 milioni. Di cui 43 andati al fondo per le non autosufficienze (come chiesto dai malati di Sla guidati da Salvatore Usala); un milione è stato destinato alle società in house delle Province; altri 45,2 milioni risultano divisi tra vari settori. In particolare: 13 milioni per cultura, spettacolo, sport e biblioteche; 9 destinati all’istruzione e all’università (Erasmus, ricerca e diritto allo studio); 5 milioni copriranno i lavori socialmente utili; 8,2 vanno all’agricoltura tra l’agenzia regionale Agris, Consorzi di bonifica, comparto ippico e Apa (Associazione allevatori). Poi: 3,5 milioni sono per le attività produttive (Expo Milano, artigianato, turismo e aree di crisi); 3 milioni finiranno nel sociale (associazioni per disabili, centri anti-violenza e volontariato); 3,5 per gli Enti locali.

LOTTA AGLI SPRECHI. Sul fronte dei tagli sui costi inutili, Pigliaru e Paci avevano già chiarito la strategia della Giunta nella conferenza stampa del 9 dicembre scorso, giorno in cui l’Esecutivo aveva approvato la manovra. Le voci più consistenti della lotta agli sprechi sono: meno un milione sulle spese istituzionali di Giunta e Consiglio che nel 2015 scenderanno a 70 milioni; riduzione al costo del personale che passerà da 256 a 254 milioni; sforbiciata pure sul funzionamento della macchina regionale, da 75 a 72 milioni.

RIFORME A COSTO ZERO. Infine le riforme, perché “il rilancio della Sardegna non passa solo dalla manovra”, è ancora la posizione della Giunta. Sugli uffici della Regione, come nel riordino dell’assessore Gianmario Demuro, il riassetto è legge dall’autunno e adesso l’Esecutivo è al lavoro per dare corso a quei nuovi processi organizzativi. Ma le riforme saranno estese agli Enti locali (cancellazione delle Province) e all’edilizia (ciò vuol dire il nuovo Piano casa, il cui esame si è fermato in commissione Urbanistica): se ne sta occupando l’assessore Cristiano Erriu. Nel modello Pigliaru-Paci ecco anche “semplificazione amministrativa, attrazione degli investimenti dall’estero e valorizzazione del patrimonio. Tutti “obiettivi – dice il presidente – che devono portare la Sardegna a una svolta decisiva per il suo futuro”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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