Finanziaria 2015, ricetta Pigliaru-Paci: “Investimenti pubblici contro la crisi”

La mano pubblica per sostenere l’uscita dalla crisi. Ma anche l’utilizzo di tutti i fondi Ue. È questa la filosofia Pigliaru-Paci del bilancio 2015.

Eccola qua la “Finanziaria keynesiana“, come Francesco Pigliaru e Raffaele Paci hanno ribattezzato in viale Trento la manovra 2015, perché “in tempo di profonda crisi economica e sociale – dicono il governatore e l’assessore alla Programmazione (nonché numero due della Giunta) – c’è bisogno di investimenti pubblici per rilanciare l’economia“. Effetto duplice e parallelo. “Creare nuove attività per le imprese significa metterle nelle condizioni di generare lavoro“. Il rigore dei conti “resta la bussola della nostra rotta” in questo Bilancio da 7,783 milioni che, “a differenza degli anni passati potranno essere utilizzati tutti, vista la cancellazione dei vincoli di spesa previsti nel patto di stabilità“. E la Sardegna “è la prima Regione italiana con cui si sperimenta la deroga”.

Lo schema dell’azione di governo si ritrova già nella prima tabella allegata alla Finanziaria. Alla voce Mutui, risultano 600 milioni che “è il valore del Piano regionale per le infrastrutture (Pri)”. Cinque gli asset di intervento: “Edilizia scolastica, strade, portualità, sistema idrico integrato e mitigazione del rischio idrogeologico“, spiegano presidente e vice. Le opere da realizzare saranno “decise dall’Esecutivo, sentita la commissione consiliare competente”.

L’altra cassaforte degli investimenti è data dai soldi in arrivo da Bruxelles. A bilancio ecco intanto i 676 milioni del Fsc (Fondo sviluppo e coesione), compresi i 5,5 per l’assistenza tecnica. Va poi aggiunto il cofinanziamento regionale da 129 milioni. Nella manovra ci sono pure le risorse della nuova programmazione Ue 2014-2020, pari altri 197 milioni divisi tra i 127 del Fers (Fondo europeo di sviluppo regionale) e i 70 che sommano il 40 del Fse (Fondo sociale europeo) e 3o della Garanzia giovani per le politiche del lavoro under 30.

Ancora: dal Piano delle alienazioni, la Giunta stima di ricavare 50 milioni. “La Regione – spiega Paci – è anche proprietaria di una parte dello Yacht Club di Porto Cervo, una quota che rappresenta solo un costo, per questo la venderemo”. Stesso discorso per l’edificio di via XVIII Febbraio a Cagliari, che ospita l’assessorato al Lavoro, “una struttura fuori norma e totalmente inadeguata, gli uffici saranno trasferiti in uno degli immobili già in possesso della Regione”.

Sullo sfondo resta la Vertenza entrate, partita finanziaria non ancora chiusa e rivendicata da Pigliaru pure nel vertice della scorsa settimana con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio. “In questa manovra – continuano il governatore e l’assessore – abbiamo già scorporato i 572 milioni di accantonamenti, ma anche lasciato nel conteggiato i 97 milioni che il Governo ci vuole tagliare. Il fatto è che quei denari erano previsti quando abbiamo firmato l’accordo sul pareggio di bilancio, e infatti ne rivendichiamo il riconoscimento”. Invece: rispetto agli 800 milioni di compartecipazioni non ancora riconosciute a distanza di quattro anni “speriamo di arrivare presto a un accordo. Al Governo abbiamo proposto di rateizzare il credito in tranche annuali da 300 milioni. Se così sarà, il nostro bilancio è destinato a crescere ulteriormente”.

Sul fronte del sostegno alle imprese, la Finanziaria 2015, la prima del centrosinistra, regola anche l’Irap, la tassa sulle attività produttive. “Con questa manovra rendiamo permanente la riduzione al 75 per cento per tutte le aziende già operanti nell’Isola (al taglio regionale va comunque aggiunto quello nazionale). Ma le nuove imprese non pagheranno l’imposta per cinque anni, l’obiettivo dell’azzeramento è attrarre nuovi investimenti”.

Quanto al resto dei contribuenti, resta invariata l’Irpef, la tassa sui redditi, “con l’aliquota a 1,23 – dice ancora Paci – e nemmeno abbiamo introdotto il ticket sulle ricette farmaceutiche, a differenza di quanto deciso da molte altre Giunte italiane. Si tratta – conclude l’assessore – di misure importanti per le aziende e i cittadini, e del tutto sostenibili per la finanza regionale”.

Infine: le politiche del rigore si traducono in una riduzione dei costi per la macchina amministrativa regionale, personale incluso e compresi Enti e Agenzie. “Dagli 813 milioni spesi nel 2104 si scenderà ai 777 previsti per il 2015″. Identica la logica che sottende la gestione della sanità. “Siamo lavorando alla riorganizzazione delle Asl e della rete ospedaliera – ricordano Pigliaru e Paci -, ma subito ci allineiamo ai costi standard previsti a livello nazionale, portando la spesa a 3,1 miliardi, anche se l’obiettivo è tagliare di ulteriori 100 milioni, quando sarà completato il processo di razionalizzazione, anche dei costi farmaceutici”.

Sono soddisfatti Pigliaru e Paci. Il governatore chiarisce: “Abbiamo costruito un bilancio innovativo che, per la prima volta, integra fondi europei  e regionali, coi primi che devono aver la precedenza nell’utilizzo e solo in seconda battuta si deve far ricorso alla cassa locale”. Non solo: “Stiamo concentrando le risorse su macro investimenti per evitare di creare mille rivoli, difficili anche da controllare”. Quindi la riflessione finale del presidente: “Questa Finanziaria è fatta di cifre certe e immediatamente spendibili. Non abbiamo dato spazio alle promesse, quelle che vengono regolarmente disattese, ma ci siamo preoccupati unicamente di scrivere le certezze”. E Paci osserva: “Quando col Governo nazionale concordammo il vincolo del pareggio di bilancio, siamo stati accusati di aver portato a casa un accordo patacca. Ma rispetto all’anno scorso potremo spendere 800 milioni in più”.

Alessandra Carta

(@alessacart on Twitter)

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