Regione, varata la riforma degli uffici: “Flessibilità, collaborazione e mobilità”

“Flessibilità, collaborazione, mobilità”. Questa la sintesi del Ddl che riorganizza gli uffici della Regione. L’hanno presentato Pigliaru e Demuro.

Flessibilità, collaborazione, mobilità”. Con queste tre parole chiave l’assessore alle Riforme, Gianmario Demuro, ha presentato il primo disegno di legge che riorganizza gli uffici della Regione, anticipato da Sardinia Post nei giorni scorsi (Leggi gli obiettivi e gli effetti). A introdurre il ddl è stato però il presidente Francesco Pigliaru che ha parlato di “un primo passo per rendere più leggera la macchina regionale, appesantita negli anni da una pletora di enti, agenzie e società partecipate. Moduliamo la struttura – ha sottolineato il governatore – in base agli obiettivi che ci siamo posti e ci porremo, attivando quindi lavori di squadra tra assessorati, anziché lavorando su competenze rigide e chiuse”.

Il disegno di legge si divide in due Capi e sostanzialmente manda in soffitta la legge 31 del ’98, l’ultima norma che ha definito l’organizzazione degli uffici. “Con il ddl si avvia il processo di delegificazione. Vuol dire che la competenza del riordino passa in mano alla Giunta”, ha sottolineato Demuro. Gli effetti ricadono intanto sugli assessorati che contano oggi 25 direzioni generali, più quella del Crp (Centro regionale di programmazione regionale) e l’Enpi, un ufficio decentrato dell’Unione Europea che si occupa di gestire i programmi per il Mediterraneo. Si aggiungano le 127 direzioni di servizio “per le quali stiamo studiando possibili accorpamenti”.

Per superare l’ostacolo di una Regione che non dialoga al suo interno, ecco il “Comitato di coordinamento” tra tutti i manager: verrà convocato con cadenza mensile e “servirà proprio per aggiornare ciascun ufficio sull’attività che portano avanti gli altri”. Non è tutto: “Il ddl permetterà anche di valutare le singole dotazioni organiche – ha spiegato ancora l’assessore – tenendo conto del reale fabbisogno”. In buona sostanza la bussola sarà data dai carichi di lavoro.

L’articolo che più di tutti vale una svolta è il numero 10: regolerà la mobilità interna alla Regione, compresi enti, agenzie e partecipate. “Per la prima volta – hanno chiarito Pigliaru e Demuro – ragioniamo su una macrostruttura amministrativa, un unico e grande comprato che ha il 14 per cento di uffici decentrati e una media 18 dipendenti” per sezione. La posizione del presidente e dell’assessore coincide ancora una volta: “Attivare processi di flessibilità significa poter riorganizzare gli organici come mai è successo”.

Ovviamente il tema dei trasferimenti, perché di questo si tratta, ha già fatto aprire il dialogo tra Giunta e sindacati. “Sappiamo bene – ha detto Demuro – che la questione è molto sentita in Regione. Ma non ci saranno deportazioni, l’obiettivo piuttosto sarà quello di rendere la macchina più efficiente”.

Il ddl assegna all’Esecutivo anche altri due compiti: nominare l’Ufficio di rappresentanza della Regione a Bruxelles (articolo 12) e definire “le competenze di chi viene nominato negli Uffici di gabinetto”. I quali non cambieranno la composizione e continueranno a prevedere un Capo, un segretario particolare e un consulente.

Infine una soppressione: oggi, in Regione, ci sono direttori di servizio che si occupano di “studio e ricerca”. Demuro osserva: “Ne sono rimasti pochi, ma ci rendiamo conto che nell’interesse dei cittadini vanno liberate anche le energie di quelle figure apicali, mettendole al servizio degli obiettivi di legislatura”. E proprio in questa ottica verranno istituite le “unità di progetto”. Ovvero, una sorta di cabina di regia che “attraverso strutture temporanee deve trovare le soluzioni specifiche individuate di volta in volta dall’Esecutivo”. La sperimentazione è cominciata con l’edilizia scolastica che mette insieme i contributi di tre assessorati, con Pubblica istruzione, Programmazione e Lavori pubblici, ai quali si aggiunge la super visione della Presidenza.

Adesso il disegno di legge deve passare in Consiglio per l’approvazione finale. “Si tratta – hanno concluso Pigliaru e Demuro – di un primo passo. Stiamo studiando anche la riorganizzazione di enti, agenzie e società partecipate”. Uffici da quasi 13mila dipendenti, tutti a libro paga della Regione. In questo quadro “l‘aumento della produttività diventa una naturale conseguenza, a cui affiancheremo nuovi metodi per la valutazione del personale. Negli anni, e il fenomeno è stato italiano e non solo sardo, abbiamo assistito alla moltiplicazione degli uffici. Dovevano rendere più snelle le procedure, invece hanno aggiunto lentezza alla già complicata burocrazia della pubblica amministrazione”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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