Tra protezione e deroghe alle cubature, ecco il Piano casa del centrosinistra

Ecco cosa cambia nelle coste sarde, nei centri storici e nelle zone agricole col nuovo Piano Casa del centrosinistra: lo spiega l’assessore Cristiano Erriu.

Coste della Sardegna blindate (zone F), al pari dei centri storici. Ma anche nelle aree agricole (E) scatteranno regole più restrittive. Sono questi i capisaldi del Piano Casa targato Cristiano Erriu, l’assessore regionale all’Urbanistica che ha aumentato i “livelli di tutela” rispetto alle norme edilizie del centrodestra (legge 4 del 2009). “Perché – sottolinea – non c’è sviluppo senza conservazione del patrimonio ambientale né contrasto alla speculazione”. Cancellata anche la norma sul golf: in Sardegna non ci saranno nuovi campi verdi.

Il ddl che sostituirà la legge 4 è stato approvato due settimana fa dalla giunta Pigliaru (qui il testo integrale). Il titolo è lungo: “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica”. Sono quattro Capi che in 11 articoli ridefiniscono le regole delle costruzioni in Sardegna. “La prossima settimana – spiega Erriu – il ddl sarà all’esame della commissione Urbanistica. L’obiettivo è arrivare all’approvazione definitiva in Consiglio regionale entro novembre”. Non fosse altro che la legge 4 scade il 29 del prossimo mese. Ma siccome si tratta di norma a tempo, non si entra nella cosiddetta vacatio legis: semplicemente la Sardegna resterà senza Piano Casa, sino a quando non verrà varato il ddl Erriu.

Ecco allora le nuove norme, cominciando dai centri storici, cioè le zone A. Nelle parti più antiche delle città non sono ammessi né ristrutturazioni né premi volumetrici. “L’unica deroga – chiarisce l’assessore – è per le abitazioni di persone con disabilità gravi: in questi casi verranno autorizzati interventi di riqualificazione fino a un massimo di 120 metri cubi (circa 40 metri quadrati). I sottotetti, ovvero le mansarde, potranno ottenere il certificato di agibilità, “adeguando la sagoma”, solo nei casi in cui “il Comune abbia approvato il Piano particolareggiato dei centri storici, a sua volta adeguato al Ppr (Piano paesaggistico regionale)”.

Nelle zone residenziali, cioè le B di completamento e le C di espansione, è invece possibile un aumento di cubatura del 20 per cento (25 per cento per la prima casa). Ma a differenza della legge 4, “abbiamo fissato un tetto massimo di 90 metri metri cubi (30 metri quadrati)”, quota che sale a 120 per le abitazioni dei disabili. Il paletto ha un significato preciso: “Vogliamo andare incontro – dice l’assessore – alle esigenze delle famiglie, ma non siamo interessati a favorire le speculazioni edilizie, magari con la realizzazione di nuovi appartamenti da rivendere in un mercato già in sofferenza, come quello immobiliare”.

Erriu si rifà, tecnicamente, alla densificazione. “Stiamo parlando – va avanti – di quel processo urbanistico ispirato a contenere il consumo di suolo, dal momento che il territorio è una risorsa non rinnovabile e come tale abbiamo il dovere di tutelarla”. Semmai, “con gli aumenti volumetrici, proprio perché limitati, favoriamo il riuso e la rigenerazione dell’esistente”. Il Piano Casa del centrodestra, invece, legava l’aumento di cubature ai soli metri quadrati esistenti, senza prevedere un limite massimo di nuovi volumi.

Col ddl Erriu, nelle zone B e C è luce verde anche alle riqualificazioni per “l’efficientamento energetico“: in questo caso l’aumento volumetrico riconosciuto è del 30 per cento (35 sulla prima casa). Ma sempre con un tetto massimo, pari a 120 metri cubi.

Quanto alle zone F, dentro la fascia dentro i 300 metri dal mare le strutture alberghiere potranno ottenere nuove cubature, vincolate però ai soli servizi. Significa, per esempio, realizzare un centro benessere o coprire una piscina. L’aumento volumetrico riconosciuto è del 25 per cento. Agli ambientalisti la norma non piace. Meglio: per le associazioni verdi è la meno gradita in assoluto. Ma Erriu spiega: “Dobbiamo creare le condizioni per attivare quei servizi di supporto all’allungamento della stagione. Non a caso, abbiamo vietato la costruzione di nuovi posti letto in riva al mare, perché la Sardegna non ha bisogno di accrescere l’indice di riempimento degli alberghi in agosto, dove il tasso è già elevato”.

Le nuove stanze d’albergo oltre i 300 metri dal mare sono invece permesse negli hotel che ricadono in zone non vincolate dal Ppr. Eventuali via libera sono quindi contenuti nei Piani urbanistici comunali (Puc), se approvati e soprattutto se adeguati allo stesso Ppr. Nei Comuni senza Puc in nessun caso è possibile ottenere nuove volumetrie alberghiere. La legge 4 del centrodestra, al contrario, permetteva aumenti volumetrici anche in assenza di Puc.

Sempre nelle zone F, sono totalmente azzerate le nuove cubature sul residenziale che erano invece possibili con la legge 4.

Per quanto riguarda le zone D (Artigianale, industriale e commerciale) e le G (Servizi), il ddl Erriu garantisce la possibilità di costruire nuove cubature solo per migliorare l’attività economica. “A differenza di quanto successo dal 2009 a oggi – continua l’assessore – non permetteremo più di realizzare appartamenti ad uso residenziale con la scusa di ampliare spazi commerciali. Anche questa è una speculazione non accettabile”.

Nel dettaglio, nelle zone artigianali e industriali l’aumento volumetrico sarà pari al 25 per cento del costruito; in quelle commerciali la percentuale scende al 20, con un tetto massimo di 400 metri cubi (133 metri quadrati). Quest’ultima regola è applicata identica alle zone G.

Infine le aree agricole (E): col Piano Casa del centrosinistra, nei Comuni costieri si torna al lotto minimo di tre ettari. Ovvero, si può costruire un immobile solo se si ha un terreno di almeno 30.000 metri quadrati. Nei Comuni non sul mare, il lotto minimo è di due ettari, ma scende a uno se l’ente locale ha approvato le direttive delle zone agricole. “C’è la necessità – osserva Erriu – di spingere i Comuni a pianificare il territorio attraverso reali politiche di supporto al settore primario della nostra economia. L’abbassamento del lotto minimo nell’entroterra si muove in questa direzione, anche con l’obiettivo di contenere lo spopolamento”.

Infine le regole contro il dissesto idrogeologico, cioè la possibilità di demolire una casa che si trova in una zona a rischio frane. La si può costruire altrove ottenendo un premio volumetrico del 40 per cento. Ciò vale anche per “liberare aree di particolare pregio paesaggistico e ambientale”, si legge nel ddl Erriu.

L’assessore è soddisfatto. E fino al 31 ottobre sarà attiva una mail (partecipa.territorio@regione.sardegna.it), attraverso la quale si possono proporre modifiche al disegno di legge o presentare osservazioni. “Crediamo – chiude Erriu – nella programmazione partecipata, per questo stiamo raccogliendo i contributi dei cittadini”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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