Ex San Raffaele di Olbia, le cure dei sardi costeranno massimo 55,6 milioni

Costerà massimo 55,6 milioni all’anno, la convenzione tra la Regione e gli arabi del Qatar. È questo il tetto di spesa calcolato dalla Giunta.

Costerà massimo 55,6 milioni all’anno, la convenzione tra la Regione e gli arabi del Qatar. È questo il tetto di spesa che la giunta di Francesco Pigliaru ha messo in delibera per far curare i sardi nell’ex San Raffaele di Olbia. La cifra è stata ricavata dalle tabelle del ministero della Salute che alle strutture convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, come nel caso del nuovo ospedale gallurese, paga una somma X per ogni singola prestazione medica.

“I 55,6 milioni – ha precisato Pigliaru – posso diminuire ma non aumentare. Di certo, parte di quella spesa viene compensata dal fatto che la mobilità passiva (cioè i viaggi della speranza) si ridurrà notevolmente con l’apertura del Bambìn Gesù. Basti pensare – ha aggiunto il governatore – che solo la chirurgia pediatrica vale il 50 per cento di questo costo attualmente a carico della Regione”. Per avere un ordine di grandezza, si può fare riferimento alle convenzioni con le cliniche private che, bilancio sardo alla mano, pesano 100 milioni ogni 12 mesi.

Il capo della Giunta ha poi percorso le tappe che hanno portato all’approvazione della delibera sull’ex San Raffaele, penultimo passaggio di “un percorso cominciato il 16 maggio con la firma del pre-accordo. Da allora abbiamo attivato con la Qatar Foundation Endowment due tavoli, uno tecnico e l’altro di ricerca, ai quali ciascuno ha dato il proprio contributo. Per quel che ci riguarda, abbiamo considerato prioritario costruire per la Sardegna una nuova opportunità di crescita attraverso un’offerta sanitaria non solo capace di integrarsi con la rete ospedaliera regionale, ma anche nelle condizioni di attrarre pazienti dall’Italia, dall’Europa e ovviamente dall’area mediorientale”.

L’assessore alla Sanità Luigi Arrù è entrato nel merito degli aspetti tecnici, chiarendo su tutto: “Con l’apertura del Bambìn Gesù, la Gallura ottiene uno storico riequilibrio dei posti letto, un pareggio dei conti diventato indispensabile per un territorio tanto importante”. Poi la doppia deroga nazionale, visto che le camere assegnate all’ex San Raffaele non vengono conteggiate nel monte totale dei posti letto regionali. Così per tre anni, “durante i quali – ha spiegato l’assessore – dobbiamo procedere con la razionalizzazione della rete ospedaliera sarda. Ce lo impone il Patto nazionale della salute abbassando a 4,2 a 3,7 i posti letto ogni mille abitanti”. Arru è stato preciso: “Io non parlerei di tagli, ma di maggiore efficienza delle nostre strutture sanitarie, perché questo è l’obiettivo che ci siamo posti”.

E se Pigliaru ha definito l’ex San Raffaele come un “ospedale ad alta specializzazione”, sul piatto c’è anche il raggiungimento della certificazione Ircccs, ovvero un super bollino di qualità che la Fondazione del Bambìn Gesù, scelta dagli arabi partner scientifico, già possiede nel proprio ospedale pediatrico di Roma e adesso vuole ottenere anche nella nuova struttura di Olbia.

Attendiamo anche noi – hanno concluso Pigliaru e Arru – il voto della commissione Sanità” che ha venti giorni di tempo per chiudere la partita dell’ex San Raffaele. Con un ‘sì’ o con un ‘no’. Ma guerra tra schieramenti ce ne sarà poco. L’ex governatore Ugo Cappellacci, dal canto suo, rivendica la paternità del primo contatto con gli arabi di Doha. Pd e alleati, invece, hanno gestito interamente la trattativa che sta portando nell’Isola l’operazione sanità del Qatar. L’accordo è passato anche da Roma: era il 213 maggio quando a Palazzo Chigi il presidente Pigliaru e il premier Matteo Renzi ufficializzarono l’investimento da 1,2 miliardi insieme al top manager Lucio Rispo, il rappresentante in Italia della famiglia Al Thani.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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