Ebola, deputato Pili vs assessore Arru. Botta e risposta sul caso di Sassari

“Gestione da terzo mondo, senza mezzi e con un’improvvisazione da far rabbrividire. Il caso ebola riserva fatti e responsabilità inaudite. La relazione in partenza dall’assessorato alla Sanità verso il ministero della Salute contiene elementi che in un qualsiasi stato di diritto porterebbero alla sollevazione immediata del responsabile di tali negligenze”. La denuncia su Facebook  è del deputato di Unidos, Mauro Pili, che ha pubblicato “stralci della relazione” che la Asl di Sassari ha inviato alla Regione e ha chiesto così le dimissioni di tutti i responsabili, assessore alla Sanità in testa. Secondo il parlamentare sardo, che commenta alcune parti della relazione poi riprese per la presentazione di un’interrogazione alla Camera, “non esisteva nessuna camera di isolamento attrezzata. Anzi in quelle ore viene fatto un sopralluogo ed emerge non solo che la stanza non era isolata ma l’intera area risultava totalmente abbandonata e per niente funzionante – denuncia – Non funzionavano le porte, gli ascensori portavano all’interno dell’area, non c’erano bagni efficienti e mancava l’acqua. Mancava tutto tanto che il 14 maggio viene dato mandato per l’acquisto di barelle attrezzate e tutte le attrezzature necessarie a partire dall’equipaggiamento del personale medico e paramedico”. Il deputato prosegue evidenziando che “non esiste un’area di decontaminazione dei medici e nella relazione emerge lo scandalo delle lenzuola che vengono di tutta fretta impregnate di varechina per allestire l’area di decontaminazione dei medici”. Inoltre “il sangue infetto è stato gestito nel sistema analitico interno, nessuna sanificazione di sicurezza ulteriore. I macchinari per le analisi vengono utilizzati per tutto il giorno per le urgenze e il personale senza alcuna protezione – denuncia ancora Pili – E’ scritto nella relazione che l’operatore non usa guanti”. Infine “le immagini che hanno fatto il giro del web vengono smentite dall’affermazione che tutto il personale fosse autorizzato. In realtà si facevano i selfie in abiti civili con la barella e il paziente che attraversava la hall”. “Le ridicole argomentazioni dell’assessore regionale franano dinanzi ai fatti e ai documenti – sottolinea il parlamentare – Non solo non sono stati rispettati i protocolli ma dalla cronologia dei fatti emergono negligenze e responsabilità dirette della Regione sarda che ha più volte dichiarato che aveva messo a punto il sistema in modo impeccabile. Per quanto mi riguarda è un dovere divulgare questa relazione”.

Arru: “Basta fare gli scienziati improvvisati”. A tarda sera la risposta dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru: “L’onorevole Pili, nella sua scriteriata e spasmodica ricerca di visibilità, non solo offende tutti i professionisti del sistema sanitario che qualifica declassandoli ‘da terzo mondo’, ma diffonde in maniera artefatta le informazioni rischiando di seminare il panico tra la gente in modo irresponsabile e senza nessuna etica”. Arru difende l’operato dei professionisti coinvolti nel caso dell’infermiere sardo affetto da Ebola. “E’ ora di smetterla di giocare a fare gli scienziati improvvisati. Ci troviamo davanti al primo caso in Italia di Ebola – afferma l’assessore Arru – dove il personale sanitario coinvolto ha agito seguendo un protocollo e operando con grande dedizione e coscienza, secondo regole e protocolli appositamente predisposti e osservati nella più totale trasparenza e in collaborazione con tutte le autorità sanitarie coinvolte: regionali, nazionali e internazionali”. Il titolare della Sanità sarda sottolinea che per l’isolamento dei pazienti non fosse prevista una camera bensì due e che queste fossero adeguatamente funzionanti e attrezzate al momento dell’arrivo dell’infermiere colpito da Ebola. “Il personale della struttura ospedaliera – ha proseguito l’esponente della giunta Pigliaru – era perfettamente dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) previsti dal protocollo ministeriale e regionale. Inoltre, quando l’onorevole Pili parla scandalizzato del locale rivestito di lenzuola zuppe di varecchina, ignora che fosse la stanza utilizzata per la svestizione degli operatori del 118, che hanno trasportato il paziente dalla sua abitazione sino al Palazzo di malattie infettive”. Arru ricorda che per accertare eventuali negligenze personali “è stata istituita una commissione d’inchiesta che sta verificando e valutando accuratamente l’intero iter. Le risultanze saranno tempestivamente comunicate all’assessorato”. Alla partenza del paziente inoltre, ribadiscono dall’assessorato, era presente solo personale sanitario autorizzato e nessun esterno.

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