Delibere di Solinas a poche ore dalle elezioni, Todde attacca ancora: “Nomine all’oscuro dei cittadini”

A pochi giorni di distanza dallo scontro sulle delibere – oltre 200 – approvate dalla Giunta Solinas a poche ore dalle Regionali, Alessandra Todde attacca ancora. La presidente della Regione in pectore prende di mira l’esecutivo uscente e parla di fatti “gravissimi”.

“Sono giorni che denunciamo comportamenti inadeguati da parte delle Giunta uscente che, anziché attenersi agli atti di ordinaria amministrazione, continua a fare nomine di ogni tipo. Tutto chiaramente all’oscuro dei cittadini – dice Todde -. È gravissimo che la giunta uscente decida di fare tutto ciò senza che nessuno possa fare nulla. Hanno avuto 5 anni per programmare e investire le risorse che avevano a disposizione, senza fare nulla, e ora si divertono a sistemare gli amici. Non appena saremo ufficialmente operativi, mi auguro in tempi brevi, controlleremo tutto ciò che è stato fatto all’oscuro dei cittadini e sulla pelle dei sardi”.

“Alessandra Todde non perde occasione per dimostrare il proprio totale dispregio delle istituzioni autonomistiche – ribatte Christian Solinas -, che pensa di poter serenamente vilipendere in diretta televisiva con improbabili quanto scivolosi paragoni con suoi sedicenti dipendenti”. “Magari, esercitandolo (il ruolo di presidente della Regione, ndr), imparerà anche a distinguere le funzioni di direzione politica da quelle di direzione amministrativa e scoprirà con un certo stupore che esiste una differenza tra chi deve programmare le risorse in Regione (e lo ha fatto) e chi ha la responsabilità della spendita effettiva delle risorse programmate attraverso atti gestionali che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, cioè i dirigenti. Nell’ostentazione scomposta della sua sicumera per il momento ha dimostrato soltanto una discreta superficialità, malcelata a stento dall’aggressività dei suoi strumenti comunicativi. Quanto a me, che non ero e non sono candidato a niente, posso solo rallegrarmi del fatto di non essere stato un dipendente di una sua azienda perché verosimilmente – tra richieste di fallimento da parte dei revisori e concordati preventivi – avrei vissuto nella precarietà e con gli ammortizzatori sociali. Ed in tutta onestà devo dire che davanti ad un datore di lavoro simile sarebbero arrivate certamente prima le mie dimissioni del suo licenziamento.”

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