Una piattaforma rivendicativa del territorio nuorese con una mobilitazione che interesserà tutte le categorie e confluirà in un’unica manifestazione generale. E’ questa la decisione degli Stati Generali di Cgil, Cisl e Uil, presa questa mattina a Nuoro alla presenza del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, e ai segretari di Cgil Cisl e Uil regionali, Antonio Piludu, Oriana Putzolu e Francesca Ticca. “La ripartenza del Nuorese ci sarà solo se ci saranno investimenti in infrastrutture, innovazione tecnologia, cultura e ricerca sul modello americano – ha spiegato Barbagallo -. Solo così si potrà puntare a conquistare nuovi imprenditori e all’esportazione di prodotti competitivi e di conseguenza a un miglioramento del reddito. Oggi il 75% delle nostre imprese producono per il mercato interno che non ha potere d’acquisto. Ma così non si riparte”.
Il monito del segretario generale della Uil è arrivato forte nell’assemblea sindacale da cui Barbagallo ha voluto lanciare la questione Meridionale: “Il Governo Renzi deve mettere al centro la politica meridionale, come auspica anche il capo dello Stato Mattarella, con un piano di investimenti seri, anziché togliere i fondi a questi territori sacrificati: al Mezzogiorno Renzi ha tolto tre miliardi di euro per darli agli imprenditori. In queste zone dell’Italia il 40% dei fondi comunitari non vengono spesi: è criminale non spendere i soldi che ci farebbero respirare”. I dati forniti dai dirigenti sindacali sul centro Sardegna sono drammatici: una disoccupazione con sei punti in più rispetto alla media regionale, il 25,5% contro il 19,9%, lo smantellamento quasi totale dell’industria privata e lavoratori che sono ormai rimasti anche senza ammortizzatori sociali. “Non ci stiamo più – ha detto Ticca – pretendiamo politiche che diano ossigeno al territorio: intere famiglie si trovano senza lavoro e senza ammortizzatori sociali e soprattutto senza nessuna possibilità di ritornare a produrre, la situazione è esplosiva”. “La desertificazione industriale del nuorese è drammatica – ha sottolineato Sergio Zara segretario dei chimici della Cgil – e sappiamo bene che dove non c’è industria non c’è ricchezza. Qui si è smantellato il settore tessile, quello metalmeccanico e chimico. Bisogna puntare al recupero del patrimonio industriale dismesso da affittare a prezzi politici. Tutto questo può essere fatto solo con l’energia a basso costo, con una politica seria dei trasporti e del credito”. Ignazio Ganga, della segreteria regionale della Cisl, ha concluso: “Ci sono tre fattori su cui è indispensabile incidere nell’immediato: legalità, welfare e sviluppo. Ma per fare questo c’è necessità di un investimento per i territori che sono rimasti indietro”.