Capelli (Cd): “Da Cappellacci un’altra delibera ‘truffa’, stavolta sulla Finanziaria”

Roberto Capelli, il deputato-leader del Centro Democratico, attacca Ugo Cappellacci sulla Finanziaria: “Nella proposta di bilancio per il 2014 (a giorni il passaggio in Consiglio per l’approvazione), il governatore uscente ha dichiarato il falso, perché la Regione, a differenza di quanto scritto da Cappellacci, non può ancora spendere le maggiori quote di Iva e Irpef riconosciute alla Sardegna”.

Per spiegare l’oggetto dell’accusa, il parlamentare fa riferimento al lavoro della Commissione paritetica Stato-Regione che “non viene convocata da circa un anno – si legge in una nota – e alla quale sarebbe spettato concordare col Governo le norme di attuazione per inserire a bilancio anche le nuove quote tributarie”. Questo, attraverso la modica dell’articolo 8 dello Statuto sardo, il quale regola appunto le entrate della Regione. “Le norme di attuazione – sottolinea Capelli – servono proprio per correggere lo Statuto. La Giunta aveva provato a cambiare l’articolo 8 facendo ricorso al Tar, ma ottenne solo una sonora bocciatura da parte dei giudici amministrativi”.

Per via di questa battaglia fiscale persa al Tar, lo scorso settembre l’avvocato Anna Maria Busia si era dimessa dalla Commissione paritetica. Adesso Capelli affonda un nuovo colpo contro la Giunta: “Malgrado sia pacifico che la Sardegna non possa ancora spendere il maggior gettito incassato, il governatore lo ha ugualmente dichiarato nella delibera 46/2 sulla Finanziaria 2014, votata il 30 ottobre 2013, come si può riscontrare dalla pagine 3 alla 5”.

Capelli è durissimo: “Dopo la buffonata sulla Zona Franca e sul Galsi, dopo lo sperpero delle risorse pubbliche per compiacere sodali e amici, vedi i fondi per la pubblicità istituzionale o l’uso personale/elettorale del sito della Regione, Cappellacci aggiunge un altro ‘falso’”. Per il parlamentare “è evidente che la disperazione sta divorando il governatore uscente, una disperazione già emersa con la scelta di anticipare il più possibile la data delle elezioni per far sì che i suoi procedimenti giudiziari non si accavallassero col voto”.

Capelli non rinuncia alla prima riflessione pubblica sulla candidatura di Francesco Pigliaru: “La decisione di scegliere il Professore alla Presidenza della Regione nasce dal fatto che la Sardegna ha bisogno di una guida autorevole, capace, responsabile, onesta e trasparente. Se solo in uno di questi aggettivi si potesse riconoscere a Cappellacci, ma così non è, sarebbe vera competizione elettorale”. Quindi la sottolineatura: “Sono stato avversario politico dell’assessore Pigliaru e proprio da avversario ne ho potuto apprezzare la correttezza, il prestigio e la dignità che l’ha portato, a suo tempo, alle dimissioni”.

Il leader sardo del Centro Democratico chiude con l’inchiesta sui fondi ai gruppi, per la quale è stato appena indagato: “Nonostante l’imbarazzo di essere un politico raggiunto da avviso di garanzia, mi sento di poter andare a testa alta e combattere contro chi ha reso la politica sarda torbida e inaffidabile, prendendosi gioco dei bisogni dei sardi e della loro buona fede”. (al. car.)

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