Camorra nell’Isola, presunto riciclaggio. Cappellacci: “Sapevo dei soldi in nero”

La compravendita di quei terreni edificabili a Villasimius nel 2003 era avvenuta in parte in nero. E l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sapeva. La conferma arriva dall’interessato ed è stata data davanti al pm Emanuele Secci, in qualità di persona informata dei fatti. Ne dà conto L’Unione sarda oggi in edicola. La vicenda rientra nell’inchiesta per presunto riciclaggio di denaro dal clan dei Casalesi, proprio grazie al denaro in nero, arrivato in Sardegna – secondo l’accusa – in contanti, grazie a un corriere di spicco, il boss Chierchia (poi ucciso). Indagati l’europarlamentare Salvatore Cicu (Forza Italia), Luciano Taccori e Paolo Cau (ex primo cittadino e consigliere comunale di Sestu, nonché colleghi di partito), più altri 14 campani. Ai tre sardi fa riferimento la Turiscost, società che avrebbe venduto i terreni ai campani per un milione di euro, di cui 400mila ricevuti in nero. Da qui l’accusa di riciclaggio. In particolare negli atti ufficiali non comparirebbero mai Cicu e Taccori, in quanto soci occulti. E sempre per questioni di riservatezza e, opportunità politica, Cicu – secondo il racconto di Cappellacci – si sarebbe rivolto a lui, in quanto commercialista, per affrontare anche gli aspetti fiscali. Il metodo suggerito sarebbe stato un atto privato con le modalità e le quote, da custodire nella famosa cassetta di sicurezza. L’ex presidente ha confermato di sapere che parte dei soldi sarebbero stati ricevuti in nero, ma di non saper nulla sulle trattative e sulla cifra esatta.

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