Calderoli: “Jihadisti all’Asinara”. Il senatore leghista resuscita l’Alcatraz

A volte ritornano, ancora. L’idea non è nuova: riaprire il supercarcere dell’Asinara, l’Alcatraz italiana, oggi parco nazionale. Questa volta sarebbe per i terroristi islamici. Una proposta choc del senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord. “Portiamoli all’Asinara – ha detto – facciamolo per la nostra sicurezza nazionale, ma anche come deterrente per i potenziali jihadisti, in modo che sappiano cosa li aspetta in caso di cattura, ovvero un carcere duro e l’isolamento totale dal mondo esterno”.

Il fronte leghista, il “buonismo” e la spaccatura sarda. Calderoli dice di condividere “pienamente la proposta lanciata oggi dal segretario del sindacato calderoliautonomo della Polizia Penitenziaria, Donato Capece, di utilizzare il vecchio carcere di massima sicurezza, usato negli anni ’80 e ’90 per i detenuti più pericolosi, per i boss della mafia e i capi delle Brigate Rosse, per rinchiudervi i terroristi islamici”. Idea – tra l’altro – già lanciata appena due mesi fa, a novembre. “E, aggiungo io, – chiude Calderoli – anche i tanti predicatori di odio presenti sul nostro territorio, quelli che istigano alla jihad sul web o nei loro sermoni del venerdì”.

 

La proposta di Capece era stata lanciata appena ieri e ora riceve l’appoggio del senatore leghista. Così aveva detto: “Occorre una
risposta forte e decisa da parte dello Stato. Non bisogna essere buonisti ma agire con pugno di ferro verso persone irrecuperabili e che, espiata la pena, torneranno a commettere gli stessi reati per i quali sono stati condannati. Lo Stato non deve cedere”.

In mattinata anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, aveva lanciato su Twitter la richiesta del Sape, con un mini sondaggio dal proprio profilo ufficiale. Maroni cerca di coinvolgere i propri follower prendendo spunto dalla nota riportata da Il Giornale.

asinara maroni

Prende le distanze, invece, la frangia sarda “Noi con Salvini”, guidata da Daniele Caruso. Niente da fare, per loro. Noi con Salvini – Sardegna – si legge – “non avalla le eventuali proposte per la riapertura di un carcere all’Asinara”. Va bene il carcere duro per i terroristi, ma non “un carcere-paradiso”.  Insomma la posizione è più locale (con un riferirmento all’insularità) a cui segue un attacco alla politica e ai giornalisti: “Si perorerà la causa dei sardi e della Sardegna, con buona pace dei politicanti sardi in declino che cercano visibilità e dei giornalisti anti-Salvini, che hanno cercato anche stavolta di sollevare un polverone sul nulla, e che si dimenticano costantemente di riportare le notizie che riguardano la vita di tutti i giorni del primo Partito del centrodestra italiano – Lega Nord / Noi con Salvini – in Sardegna”.

La storia. Nella piccola isola a Nord – Ovest della Sardegna furono rinchiusi brigatisti e mafiosi del rango di Totò Riina e Raffaele Cutolo. In quelle celle scrissero pagine importanti della storia giudiziaria anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che scelsero il supercarcere proprio per motivi di incolumità personale. Nell’estate dell’85 lavorarono insieme al maxi processo contro la mafia che si aprì l’anno successivo. I bunker di Cala d’Oliva  sono diventati così luoghi storici ma di una pagina da dimenticare. Da cui solo il sardo Matteo Boe riuscì a fuggire insieme a un compagno spagnolo. L’Asinara è divenuta area protetta e Parco nazionale il 19 dicembre 2001. Da allora si è parlato dell’isola, oltre che per le reiterate proposte di riapertura del penitenziario, anche per l’occupazione nel 2010 del vecchio carcere di Cala d’Oliva da parte di un gruppo di lavoratori cassintegrati della Vinyls, azienda chimica del petrolchimico di Porto Torres in forte crisi.

Ciclicamente si ripensa, dunque, all’isola tra Sardegna e Corsica come destinazione super carcere: un passato che sembrava a molti lontano. Ma radicato nell’immaginario collettivo. La resistenza, però, è già tracciata. Da parte delle associazioni ambientaliste, come Legambiente Sardegna, ma soprattutto da parte della politica bipartisan è arrivato un coro di “no” piuttosto seccati.

Pili (Unidos): “No a una discarica di terroristi”. Jihadisti all’Asinara? “Certo che no, l’Isola è un parco naturale, non una discarica di terroristi”. Così il deputato di Unidos Mauro Pili commenta la proposta choc lanciata dal vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, sull’ipotesi di rinchiudere i terroristi islamici nel vecchio e dismesso carcere di sicurezza sull’isola dell’Asinara. Secondo il parlamentare sardo, “Calderoli lancia, per dirla con il suo gergo, una proposta ‘porcata‘. Si tratta della solita battuta da osteria, bene farebbe a ritrattare questa stupidaggine ciclopica. Qui accettiamo solo turisti e respingiamo al mittente esternazioni gratuite e stupide. Spiace sapere che anche Calderoli alla pari di Renzi ed altri considerino la Sardegna una discarica di mafiosi e terroristi”.

Lai (Pd): “Non scherziamo”. Con una nota interviene sulla querelle anche il senatore del Pd, Silvio Lai, sassarese. “Ci sono argomenti su cui non è il caso di scherzare e tanto meno di fare proposte irricevibili – dichiara – Non si scherza sul terrorismo internazionale di matrice religiosa che è questione seria e delicata e in questi termini dunque deve essere affrontata. Bisogna sicuramente individuare sul piano internazionale efficaci azioni di prevenzione e contrasto degli atti terroristici ma non si può di certo pensare che una soluzione possa essere rappresentata dal luogo scelto per la detenzione o dal livello di isolamento, magari come iniziativa di un solo Stato come l’Italia”. Anche Lai ricorda lo status dell’isola dell’Asinara: “Da venti anni è un Parco nazionale e dunque non potrà più essere utilizzato per fini o funzioni non legate alla sua valorizzazione e tutela”. “La Sardegna – prosegue Lai – per tanti, troppi, anni ha dovuto fare a meno di una risorsa come l’Isola dell’Asinara. Pensare di utilizzare quello che oggi è un Parco Nazionale come luogo di detenzione significa cercare di rimandare indietro le lancette del tempo. È inaccettabile soprattutto per i cittadini di quel territorio che hanno lottato per decenni per chiudere quell’infausto luogo di detenzione”.

Il no di Forza Italia. “Basta. Si rassegnino una volta per tutte: l’Asinara non sarà mai più un carcere”. Lo ha dichiarato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commentando la proposta del segretario del Sappe. “Quella dell’Asinara come sito per detenuti è una storia chiusa – ribadisce l’ex presidente della Regione – e la Sardegna ha già avviato un percorso orientato al turismo sostenibile, che auspichiamo prosegua nonostante il cambio di maggioranza in Regione e la vicenda grottesca del commissariamento infinito della Conservatoria delle Coste. Noi abbiamo attivato in collaborazione con la Conservatoria dei percorsi per realizzare l’albergo diffuso, un centro diving, un centro velico, un ristorante a chilometri zero, ittiturismo e altre attività legate al chartering nautico. Vogliamo che l’Asinara diventi l’emblema di uno sviluppo che porti non solo benessere economico ma anche un miglioramento della qualità della vita nel rispetto dei valori della società sarda”. Per il leader di Forza Italia, le finalità indicate dai proponenti “possono essere perseguite in altri siti e non certo portando i jihadisti in un paradiso terrestre, per troppo tempo sottratto alla fruibilità dei cittadini sardi e dei turisti”.

Stroncatura anche da Fratelli d’Italia. “Chi fosse eventualmente rinchiuso per atti di jihadismo andrebbe detenuto in regime di 41 bis, il luogo però non potrebbe essere il carcere dell’Asinara, chiuso nel 2002, oggi parco nazionale”. Così ha dichiarato il segretario nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sulla proposta-provocazione.

 

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