Cagliari, nel Zedda bis manca una donna: vertice notturno del Pd

Si è complicata all’improvviso la chiusura del Zedda bis dopo che il Psd’Az ha comunicato al sindaco di non avere una donna da indicare in Giunta.

Al Zedda bis manca una donna, la quarta che serve alla coalizione di centrosinistra per rispettare la soglia minima di rappresentanza femminile. L’avrebbe dovuta indicare il Psd’Az, ma ieri sera i sardisti hanno fatto sapere al sindaco di non avere nomi a disposizione. Così il primo cittadino di Cagliari ha chiesto la quota rosa ai renziani che però hanno ribadito di avere piani diversi puntando sull’ingresso in Giunta di Nicola Montaldo, l’ingegnere-segretario cittadino del partito (leggi qui). Il risultato è stato un vertice straordinario dei dem, convocato in fretta e furia in Comune e finito alle 23 con un nulla di fatto. C’erano tutti i dieci consiglieri eletti più lo stesso Montaldo e il coordinatore provinciale, Francesco Lilliu.

Non era certo previsto l’inghippo, arrivato a meno di ventiquattro ore dalla presentazione della nuova Giunta nell’aula di via Roma (la seduta comincia alle 16). Anzi: nel vertice convocato in Municipio per questa mattina, i renziani erano convinti di dover semplicemente ufficializzare a Massimo Zedda il nome di Montaldo. Invece ecco l’improvvisa difficoltà del Psd’Az, annunciata al sindaco da Gianni Chessa, futuro titolare dei Lavori pubblici ma soprattutto leader del partito a Cagliari.

A quel punto Zedda ha contattato i renziani, i quali si sono messi subito di traverso e hanno aperto il caso all’interno del partito che ha riunito il gruppo consiliare formato dai cabrasiani Guido Portoghese e Benedetta Iannelli, dai soriani Fabrizio Rodin e Rita Polo, dai faddiani Fabrizio Marcello e Giorgia Melis, dall’ex civatiano da La Traversata Matteo Lecis Cocco Ortu, dal lettiano Davide Carta e dai dem della minoranza congressuale Rosanna Mura e Matteo Benucci.

Nel Pd non hanno molte possibilità: per fare posto alla quarta donna sono obbligati a sostituire uno dei tre assessori maschi indicati dalle diverse correnti del partito. Quindi o salta Montaldo o deve rinunciare all’incarico uno a scelta tra Danilo Fadda e Yuri Marcialis. Anche perché sul nome dell’ultima quota rosa Zedda ha escluso ogni supplemento di trattativa col Psd’Az.

Sono ore decisive nel Pd: l’assessora da cercare rischia di far saltare i già fragili equilibri trovati nel partito che, però, almeno su Cagliari sembrava essere arrivato a una tregua. Ma sul Zedda bis potrebbe aprirsi un nuovo fronte di scontro col rischio di veti incrociati. E magari uno scenario straordinario: le diverse correnti potrebbero chiedere a vicenda l’azzeramento di tutte le tre indicazioni maschili finora fatte. Così non si salverebbe nessuno: né Montaldo né Fadda né Marcialis.

Quanto al nome della quarta donna da piazza nell’Esecutivo, al momento si conosce solo la quota renziana. Se infatti a fare il passo indietro dovesse essere Montaldo, la nomina ricadrebbe su Claudia Medda, bancaria di Intesa San Paolo. È una fedelissima di Renzi e da anni partecipa alla Stazione Leopolda. La Medda è anzi una delle pochissime che in Sardegna ha un filo diretto col premier, pur non avendo incarichi politici. Se invece fuori dall’Esecutivo finisse o Fadda e Marcialis, non circola ancora un’alternativa al femminile.

Per un altro verso, posso stare tranquille le altre due dem riconfermate in Giunta: Barbara Argiolas, indicata dai soriani, e Luisanna Marras, di fatto cabrasiana, ma portata nell’Esecutivo come quota Zedda, proprio per permettere ai renziani di avere un loro rappresentante.

Sul fronte Psd’Az, il secondo sardista che dovrebbe entrare nella squadra di governo è Ferdinando Sechi, primo dei non eletti. Chessa, contattato poco prima di mezzanotte, ha spiegato a Sardinia Post: “Il Psd’Az non ha potuto indicare nessuna donna dopo la rinuncia delle due elette, Gabriella Deidda e Monia Matta. Entrambe preferiscono restare in Consiglio, visto che sono alla loro prima esperienza politica. In ordine di preferenze raccolte, il primo che si è messo a disposizione è appunto Sechi. Non sono disponibili a fare l’assessore né Aurelio LaiFrancesco Stara (che subentra a Chessa)”.

Sulla carta la seconda casella in Giunta che spetta ai Quattro Mori è quella delle Politiche sociali. Ma col caos Pd in corso e la donna da cercare non è remota la possibilità di un rimescolamento delle deleghe a tempo quasi scaduto. Anche perché Sechi, consigliere uscente eletto nel 2011 con l’Idv, è un dipendente regionale che si occupa di Agricoltura.

Nel Pd è facile immaginare che si sveglieranno tutti all’alba per provare a trattare su una partita che sembrava chiusa e in discesa. Invece si è complicata all’improvviso diventando difficile da gestire. Proprio adesso che era stato appena sciolto il nodo dei piccolini della coalizione, cioè La Base e i RossoMori, entrati in rotta di collisione per prendere una casella in Giunta e messi entrambi fuori gioco da Zedda per evitare premature lacerazioni in maggioranza (leggi qui). Ma adesso c’è da ricucire uno strappo ancora più grande.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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