Cagliari, decolla la Città metropolitana: Zedda primo sindaco dal 17 marzo

Il 3 aprile si vota il Consiglio metropolitano: alle urne i 340 amministratori dei Comuni associati. Il 5 maggio l’approvazione dello Statuto.

La Città metropolitana di Cagliari prende forma. E sarà una nascita in tre atti, quella attesa dai 17 Comuni associati. Si comincia il 17 marzo, con l’insediamento di Massimo Zedda che, da primo cittadino del capoluogo sardo, diventa in automatico il sindaco metropolitano. Il primo della storia. Il secondo passaggio è programmato per il 3 aprile, con l’elezione del Consiglio. Entro il 5 maggio va approvato invece lo Statuto.

L’insediamento di Zedda avviene nel 35° giorno dall’approvazione della riforma sugli Enti locali, con la quale il 4 febbraio scorso è stata formalmente istituita la Città metropolitana di Cagliari (Legge 2, articolo 17). E oltre al capoluogo, aderiscono i Comuni di Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Pula, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Sarroch, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Villa San Pietro e Uta.

La sede della Città metropolitana è per ora quella della Provincia, in piazza Palazzo, dove il 3 aprile si aprono le urne per l’elezione del Consiglio, previsto dall’articolo 21 della legge 2. Al voto, i 340 amministratori locali dei 16 Comuni associati. In questa prima tornata è infatti escluso Monserrato, governato da un commissario dopo sfiducia all’ex sindaco Gianni Argiolas e la fine anticipata della consiliatura.

La nuova Assemblea sarà da 40 e verrà votata col sistema del voto ponderato. Vuol dire che ogni consigliere comunale ha un peso a seconda del centro dal quale proviene. Per fare un esempio: un singolo rappresentante di Cagliari vale 1.100 voti, mentre quello di Villa San Pietro – il Comune più piccolo – 37.

Proprio per applicare il voto ponderato, i 17 Comuni sono stati divisi in fasce demografiche, a ciascuna delle quali è abbinato un colore: i cagliaritani, sempre per restare nell’esempio citato sopra, votano con la scheda marrone, mentre i rappresentanti di Villa San Pietro con la azzurra.

Per essere eletti in Consiglio bisogna candidarsi. E spetta ai partiti presentare le liste, tra il 21 e il 22 marzo (presumibilmente). Non si esclude che in questa fase di rodaggio ce ne siano due sole: una in quota centrosinistra e l’altra per il centrodestra.

Questo primo Consiglio metropolitano resta in carica per soli cinque mesi: va nuovamente rinnovamento a settembre 2016, visto che il prossimo maggio ci sono le elezioni amministrative a Cagliari. La legge 2 stabilisce infatti che il mandato nell’Aula metropolitana scade in coincidenza col rinnovo dell’Assemblea municipale del capoluogo.

Oggi la giunta di Francesco Pigliaru ha approvato  “Gli indirizzi e le modalità operative per l’elezione del Consiglio metropolitano”: nella delibera è precisato che da settembre “l’assemblea non sarà più da 40, ma da 34”.

Il terzo e ultimo passaggio della Città metropolitana all’esordio sarà l’approvazione dello Statuto, con il quale verrà regolato il funzionamento dell’Ente. Il documento andrà messo in cantiere entro il 5 maggio.

Cristiano Erriu, l’assessore regionale agli Enti locali, dice: “Non possiamo che essere soddisfatti per la nascita della Città metropolitana di Cagliari, nella quale convergerà la programmazione dell’area vasta. È un traguardo fondamentale per la nostra Isola: si aprono nuove prospettive di crescita nel più ampio quadro della riforma sulle autonomie”.

Con la legge 2 sono state istituite anche le Unioni dei Comuni: andranno a sostituire le quattro Province cancellate (Medio Campidano, Sulcis, Ogliastra e Gallura). Ma per dare gambe ai nuovi enti di secondo livello c’è tempo sino a fine maggio, quando scadono i 105 giorni dall’approvazione della riforma.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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