Prima le polemiche e lo scontro politico in Comune (tra Pdl e Sel). Poi l’ultima parola dalla Prefettura sulla trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero: ed è un “no”. La notizia si legge nelle pagine de L’Unione sarda oggi in edicola. In realtà si tratta di una comunicazione informale che ricorda la legge in vigore che non consente la trascrizione dell’atto e soprattutto il riconoscimento degli effetti giuridici. Il caso in città era stato sollevato dal consigliere comunale di Sel, Sergio Mascia, con un’interrogazione. Poi i contatti tra gli uffici comunali e quelli della prefettura.
La questione è, ovviamente, nazionale. Tutto inizia quando, circa due mesi fa, il Tribunale di Grossetto ha ordinato (con sentenza non definitiva) al Comune di riconoscere un matrimonio gay. Strada seguita dal primo cittadino di Bologna, Valerio Merola (Pd), fino allo stop del prefetto sulla direttiva – contraria alla legge.