Educazione digitale contro insidie del web, Bandinu: “Giovani, difendetevi”

Cyberbullismo, fake news, diffamazione digitale, privacy negata, dipendenza da smartphone: sono i grandi rischi della rete che coinvolgono e compromettono soprattutto i più giovani. La soluzione? L’educazione digitale, la consapevolezza e la conoscenza degli strumenti, delle loro potenzialità e delle insidie che nascondono. La pensa così Bachisio Bandinu, il noto antropologo che nella serata di chiusura di “Una miniera di Cultura 2018”, ha lanciato un messaggio agli studenti: “Imparate a difendervi dagli inganni della rete”.

“Ci sono ragazzi che si escludono completamente dalla comunità, che comunicano solo dal cellulare o dal telefonino. Qualcuno ha migliaia di amicizie ma non ha chiaro il concetto di amicizia. C’è urgenza di introdurre un’educazione digitale, perché la rete non è solo uno strumento, ma una realtà vissuta che nasconde insidie da cui sapersi difendere”, ha sottolineato lo studioso.
“Internet è certamente una ricchezza con tanti aspetti positivi, ma nasconde tanti inganni – ha spiegato l’antropologo –. Soprattutto gli adolescenti, il cui ‘Io’ identitario non è ancora formato, sentono una pulsione, una forte necessità di essere presenti in rete, rendendo pubblici aspetti della vita privata, quasi che, se non si è in rete non si esiste. Ecco il perché del trionfo dell’apparire sull’essere”. Il rischio, secondo Bandinu, è quello di un impoverimento della comunicazione attraverso forme di superficie. Le grandi piattaforme digitali sembrano offrire un mondo, ma questo mondo è più preoccupato agli aspetti merceologici e finanziari che ai fenomeni come il cyberbullismo, la fragilità dei ragazzi e le fake news.

Bachisio Bandinu

Proprio agli adolescenti è rivolto il libro di Bandinu, “Lettera a un giovane sardo sempre connesso” (Domus de Janas), un lavoro di ricerca che ha coinvolto oltre 5mila studenti, facendo emergere la necessità di introdurre nelle aule scolastiche l’educazione digitale a livello curricolare. Il campione di studenti ha risposto a domande volte a esplorare i tempi e i modi del contatto e delle relazioni, il formarsi dell’identità digitale, le amicizie virtuali, l’educazione al cosmopolitismo e alla democrazia, il raffronto tra assuefazione e coscienza critica, il valore dei “mi piace” e dei “condivido” nei social network. Ciò che emerge è un quadro problematico degli esiti emotivi e cognitivi e risulta ancor più urgente la necessità di una educazione digitale.

Nella giornata di chiusura della manifestazione, il convegno “Carbonia 80 anni dopo”, cui hanno partecipato la sindaca Paola Massidda e la prima cittadina di Arborea, Manuela Pintus, è stato occasione per un confronto tra le due giovani comunità fondate durante il Ventennio. Due centri accomunati dalla storia, dall’integrazione e da un’architettura caratterizzata da spazi che, Pasolini, non esitava a definire “metafisici”. Questi aspetti di comunanza sono stati suggellati nell’adesione all’associazione Atrium, nella quale si inseriscono tutte le città di fondazione, anche quelle nate attraverso i regimi dell’est europeo nel secolo scorso.

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