“Banda ladra”, le intercettazioni / 2. La cricca dei lavori contraffatti: tutti sapevano, nessuno ha parlato

Le mazzette, gli imbrogli grandi e piccoli, la consapevolezza di operare in un ambiente corrotto, l’invidia verso i più furbi tra i furbi, l’attuazione di collaudati schematismi per ‘grattare’ quanto più denaro possibile. Con la frode. E soprattutto, molti sapevano e (quasi) tutti hanno taciuto. C’è l’ingegnere che per conto del ministero dello Sviluppo economico avrebbe dovuto controllare la conformità dei lavori e invece instaura con i ‘controllati’ un rapporto piuttosto opaco. Fino a “mentire”, riporta la Guardia di Finanza, una volta convocata come persona informata sui fatti. Ma c’è anche un operaio che chiama allarmato l’impresario e riferisce trafelato: “Il cantoniere dell’Anas ha visto che non stiamo mettendo il ferro”. Dall’avvio delle indagini per la realizzazione della rete internet a banda larga in Sardegna, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Cagliari ha raccolto decine di intercettazioni telefoniche e ambientali. I brogliacci confermano il quadro a tinte fosche dipinto da Stefano Piga, l’imprenditore di Armungia che con le sue rivelazioni ha fatto scattare l’inchiesta.

L’ingegnere del ministero al direttore dei cantieri Ericsson: “A Selegas è tutto non conforme”

Il 16 febbraio 2013 Vittorio Canale, direttore dei cantieri per conto di Ericsson, chiama Maria Aurora Cocco, un ingegnere di Infratel (ovvero del ministero dello Sviluppo economico, che sgancia i quattrini). La professionista deve verificare, tra le altre cose, che le ditte appaltatrici come la Ericsson eseguano i lavori correttamente e in conformità con i progetti. Una telefonata che, scrivono gli agenti delle Fiamme gialle, confermerebbe come gli interventi non siano stati eseguiti a regola d’arte, con tutto ciò che ne consegue. E aggiungono che dopo un mese, Maria Aurora Cocco veniva “sentita in atti e riferiva – evidentemente mentendo – che su quel cantiere vi erano stati solo dei problemi documentali”.

Cocco: di Selegas lo sai?

Canale: e va bene

Cocco: è tutto non conforme

Canale: tutto no

Cocco: no dai non è proprio tutto, ma… Dai prima di inviarla a Paolo (Arizzi, direttore dei lavori per Infratel. Si parla secondo Piga della certificazione di corretta esecuzione dei lavori, ndr), io la invio a te, poi ne discutiamo, poi però se io la invio così ma già la settimana prossima alcune cose vengano raddrizzate non credo ci siano problemi

Canale: non c’è nessun problema, mandamela

Cocco: ok, buona giornata e buon viaggio

Il pezzo grosso della Ericsson e i suggerimenti aumm aumm al subappaltatore

Il 5 febbraio 2013 il direttore dei cantieri della Ericsson Vittorio Canale chiama Sabatino Forgione, uno dei subappaltatori che sta eseguendo i lavori nel cantiere della banda larga a Silius. E per risparmiare sui costi, gli suggerisce un piccolo accorgimento. Anche se, come scrive la Guardia di finanza, Canale per il suo ruolo dovrebbe verificare che i lavori vengano realizzati a regola d’arte e secondo progetto.

Forgione: voglio dire, poi lo vediamo… Lo riconosciamo un po’ di cemento in più

Canale: guarda Sabatino, aumm aumm, non te lo devo dire io, metti un po’ di amido stabilizzato sotto

Forgione: non posso, quello il cantoniere sta sempre qua

Canale: eh, voglio dire eh

Forgione: eh ho capito, ma siccome per esperienze avute, capi’, se cede un po’ è un casino, lascia stare non è per quello

L’operaio chiama il capo: “Il cantoniere si è accorto che non mettiamo il ferro”

Stelian Camara è un operaio che lavora per conto della ditta di movimento terra dei fratelli Antonio e Sabatino Forgione. Il 29 gennaio 2013 sta lavorando nel cantiere di Nurri e, allarmato, chiama Antonio Forgione. Gli riferisce che il cantoniere dell’Anas, addetto al controllo dei lavori, si è accorto che non stavano usando il ferro per rinforzare gli scavi. La reazione dell’impresario non è proprio pacatissima.

Camara: aspetta un attimo al telefono… Vedi che è passato ora il cantoniere, ha visto che non mettiamo ferro qua, vedi quando parli tu con lui che giro, che no, non ci stava più (incomprensibile) devi portare da

Forgione: Porca ***

Camara: è venuto proprio quando stavo

Forgione: mo’ mettilo sempre il ferro

Camara: e lo metto sempre, lo devi… devi portare non ce l’ho più

Forgione: eh portare

Camara: per un giorno… per un giorno, dai quando vengo sopra parliamo

Forgione: ah… ma ha visto mentre gettavi che non c’era il ferro?

Camara: sì

Forgione: Porca ***

Il quadro investigativo

Nel mirino degli investigatori ci sono al momento due appalti assegnati in Sardegna da Infratel, la società in house del ministero dello Sviluppo economico che sta seguendo la realizzazioni degli impianti a banda larga in tutta Italia. Il primo appalto è andato appannaggio della Imet, con una spesa preventivata di 5,8 milioni salita fino a 7,2. Il secondo invece se lo aggiudica l’associazione temporanea di imprese composta da Ericsson e dal Consorzio stabile energie locali di Brescia. Costo totale preventivato: 19 milioni di euro. Pochi mesi fa il Pm cagliaritano Emanuele Secci ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Nicola Tenaglia, direttore dei lavori per conto della Infratel e gli uomini della Imet Luciano Tracucci (project manager) e Michele Ragni (addetto tecnico). La prima udienza è fissata per il 23 settembre.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

(foto Ansa)

 

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