“Troppi soldi per un progetto senza obiettivi”, Cna e Confartigianato contro Crisponi. Che ribatte: “Fanno confusione”

“A chi vanno questi soldi? Per fare cosa? Con quali obiettivi?”. Sono le domande che Cna e Confartigianato rivolgono all’assessore regionale al Turismo e artigianato Luigi Crisponi, che pochi giorni fa ha annunciato uno stanziamento di 2,4 milioni di euro destinato all’allestimento di “non meglio specificati ‘angoli promozionali’ dei prodotti sardi” in alberghi, bed&breakfast e agiturismo.

Le due associazioni di categoria criticano duramente il progetto ed esprimono parecchie perplessità. Il rischio? In sostanza è uno: soldi buttati al vento senza alcuna garanzia sui benefici per l’agro-alimentare e l’artigianato sardo di qualità. Da qui parecchie perplessità sull’intera operazione.

Intanto, secondo Cna e Confartigianato, si escludono di fatto le imprese artigiane dell’artistico e, in secondo luogo, i finanziamenti sarebbero eccessivi: la quota massima di finanziamento può arrivare sino a 60 mila euro per beneficiario e con una percentuale di contributo pubblico pari all’80%, per un vincolo massimo di 5 anni.

“Un sostegno tale, non è previsto nemmeno per investimenti i cui esiti hanno un effetto diretto sulla produttività dell’impresa – contestano- come nel caso di acquisti di macchinari o attrezzature. Sono cifre ragguardevoli per il semplice allestimento di una vetrina, tanto più se si considera che normalmente gli alberghi di un certo tipo hanno già un angolo o uno shop dedicato e che difficilmente imprese meno strutturate come B&B o agriturismo faranno richiesta”.

E ancora: cosa si intende per ‘angoli promozionali’? Perché “c’è il rischio che la Regione finanzi, con soldi pubblici, degli spazi poco visibili o poco consoni allo scopo”.

Dubbi anche sulle condizioni alle quali verranno costretti gli artigiani, con le imprese, “in nome delle quali i fondi vengono spesi”, che dovranno probabilmente investire in prima persona, mentre le strutture ricettive faranno un’operazione di allestimento dei propri spazi a costi risibili”.

L’assessore regionale dell’artigianato, chiedono le due associazioni di categoria, “dovrebbe spiegare come intende vigilare sulla effettiva origine isolana del prodotto esposto, in un momento in cui le frodi e le contraffazioni dilagano e buona parte dei prodotti extraregionali di artigianato artistico vengono venduti per sardi anche se sono stati realizzati fuori dall’Isola”.

Come ricordato da Cna e Confartigianato, negli ultimi anni l’assessorato regionale “non è stato in grado nemmeno di rivedere e aggiornare gli elenchi a cui i gestori ex Isola devono obbligatoriamente rivolgersi per l’acquisto della merce”, ed è quindi plausibile credere “che nelle vetrine finanziate dalla Regione, in assenza di controlli, finiscano oggetti di ogni provenienza geografica”.

In definitiva, il timore è quello di “depauperare le risorse in nome dell’artigianato, senza che gli artigiani e la Sardegna ne abbiano un reale ritorno”.

A breve giro di posta è arrivata la replica dell’assessore Crisponi. “Cna e Confartigianato sono in preda a una evidente confusione: cercano di spiegare ad altri ciò che essi stessi nemmeno conoscono. Si dimostrano semmai nemici dell’innovazione e delle opportunità messe a disposizione dall’uso ‘rapido e intelligente’ dei fondi europei”.

“Si accaniscono senza pudore sui massimali previsti dal bando, che appunto essendo massimali (60 mila euro), rappresentano la soglia massima di utilizzo – aggiunge l’assessore Crisponi – e in nessun modo possono essere paragonati ad altri tipi di bandi a provvista regionale o nazionale. Dimenticano, inoltre, la vera svolta strategica ed epocale di relazioni fra il comparto turistico e quello artigiano contenuta nell’articolato. Il bando, passato al vaglio degli uffici regionali e della severa analisi dell’Autorità di gestione, andrà avanti così come deliberato”.

“Mi preoccupa davvero poco – conclude Crisponi – l’atteggiamento mantenuto dalle associazioni in questa occasione che non fa altro che specchiarsi con il medesimo atteggiamento tenuto nell’esame del ddl sul riordino dell’intero comparto dell’artigianato (che ha tra i suoi capisaldi quello della tutela dell’attività degli artigiani sardi, dei prodotti locali e del loro marchio), messo nella loro disponibilità dall’assessorato, ma custodito amorevolmente o forse ‘dimenticato’ da CNA e Confartigianato nei propri cassetti perché ‘tutto cambi e nulla cambi’”.

 

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