Rete aeroporti, la maggioranza a Camera di commercio e Fondazione di Sardegna

Alessandra Carta

La futura rete degli aeroporti – quella che unirà gli scali di Cagliari, Olbia e Alghero – avrà guida isolana. È questo il primo scenario che andrà a caratterizzare il nuovo sistema regionale, con molta probabilità dalla fine del 2023, quando si dovrebbe concludere l’iter autorizzativo.

La guida isolana della rete sarà un passo a due tra la Camera di commercio di Cagliari e Oristano e la Fondazione di Sardegna. L’una, che attualmente detiene il 94,449 per cento dello scalo del capoluogo attraverso la spa Sogaer, entrerà nel sistema aeroportuale col 40,5 per cento del capitale. Il 25 luglio, quando la Giunta capeggiata dal presidente Maurizio De Pascale avvierà formalmente il conferimento delle proprie quote, si metterà in moto proprio questa riorganizzazione delle partecipazioni societarie. Non attraverso un pagamento in denaro, ma con lo spostamento dell’azionariato. La Fondazione di Sardegna, oggi governata da Giacomo Spissu, avrà invece un capitale non inferiore al 10 per cento.

Attualmente la rete sarda ha due ‘pezzi’ su tre: come noto, lo scorso maggio è nata la Nsa, la società che ha messo insieme gli scali di Olbia e Alghero con la fusione di Geasar e Sogeaal. In Nsa è F2i Ligantia, la holding controllata dal fondo F2i Sgr e partecipata proprio dalla Fondazione di Sardegna e dagli americani di Blackrock infrastructure, a detenere il 79,25 per cento del capitale. La parte pubblica somma il 20,56 per cento, tra Camera di commercio di Sassari (9,38%), a quella di Nuoro (7,89), Regione (2,93) e finanziaria Sfirs (0,36).

Il 94,449 per cento che l’ente camerale di Cagliari e Oristano ha in Sogaer è stimato in un valore superiore ai 100 milioni di euro. Valore che, a seguito della procedura di integrazione societaria, è destinato a generare immediati benefici economici e finanziari, soprattutto perché nei tre scali sardi la sinergia determinerà nuove potenzialità di crescita del traffico e anche più elevati i parametri di redditività.

A operazione conclusa, la Camera di commercio raggiungerà un valore di competenza superiore al 40 per cento che in termini economici sarà maggiore rispetto alla quota del 94,449 per cento che lo stesso ente detiene oggi in Sogaer. Questo perché l’incremento dei voli e del traffico, secondo le stime, avrà l’effetto di generare maggiore benessere sociale per il territorio e una più elevata stabilità nei posti di lavoro, sia diretti che indiretti.

Si aggiungano le sinergie con l’intero territorio nazionale: F2i Ligantia controlla gli aeroporti Malpensa e Linate a Milano, più il Capodichino a Napoli, il Sandro Pertini a Torino, il Savorgnan di Trieste e il Marconi di Bologna. Diventeranno nove quanto si sommeranno tutti e tre gli scali dell’Isola. Attualmente sono otto, vista l’acquisizione già concordata di Olbia e Alghero.

Le prospettive di espansione dello scalo di Cagliari, in termini di vettori e tratte, sono un elemento chiave nel percorso di costituzione della rete regionale. Tutto è contenuto in un riservatissimo Business plan che entrerà a far parte del faldone su cui il 25 luglio la Giunta di De Pascale dovrà dire sì, mettendo così in moto l’iter autorizzativo finale. In base agli accordi, la sede legale di Ligantia, che ora è a Milano, verrà spostata in Sardegna.   

Il trasporto aereo dell’Isola si prepara a cambiare pelle, nel momento più difficile del settore sotto la gestione di Christian Solinas: i costi dei biglietti sono schizzati, la Regione si è mostrata incapace di gestire l’andamento del mercato. Mai come ora serve che sulla Sardegna volino più operatori, perché solo aumentando il numero dei voli possono calare i prezzi.

Un termine di misura sulla potenziale crescita degli scali sardi è data dal paragone con le Baleari che hanno 1,1 milioni di abitanti a fronte dell’1,6 milioni di residenti nella nostra Isola. Eppure negli aeroporti dell’arcipelago spagnolo ruotano 20 milioni di passeggeri, di cui 13,7 sono turisti; in Sardegna gli utenti sono meno della metà, 9,1 milioni , di cui appena 3,7 milioni di vacanzieri. Vero che la monocoltura economica è un rischio, lo si è visto con la pandemia quanto differenziare sia una risorsa per non crollare nel caso di un lockdown. Ma anche senza immaginare una Sardegna che vive di solo turismo, la progressione numerica del trasporto aereo vale molti zeri.

Alessandra Carta

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