“L’ovinicoltura non svolge solo un importante ruolo economico, ma rappresenta un insostituibile strumento per presidiare territori che altrimenti non troverebbero altro impiego. Purtroppo se i prezzi del latte continueranno ad essere così poco remunerativi e il falso pecorino ‘made in Italy’ di importazione continuerà ad invadere il mercato c’è un fortissimo rischio di vedere chiudere molte aziende”. Nell’aderire alla mobilitazione di Coldiretti a Cagliari a favore della pastorizia, ecco il commento di Stefano Sanna, presidente di Assonapa, l’Associazione aderente ad Aia che riunisce gli allevatori di pecore e capre, alla crisi che sta colpendo il comparto ovicaprino, un settore che in Italia vede impegnate circa 60mila aziende, un quarto delle quali operanti nella sola Sardegna, fra allevatori a tempo pieno e part time. Il calo del patrimonio ovicaprino, sceso oggi a 7.200.000 pecore e 800.000 capre, preoccupa Sanna, che ribadisce gli effetti negativi delle importazioni di prodotti caseari dall’estero.
“Oggi in Sardegna gli acconti pagati agli allevatori dagli industriali e dal mondo cooperativo – continua Sanna – sono del tutto insufficienti. Si tratta di cifre al ribasso e in totale controtendenza rispetto all’andamento delle esportazioni di formaggi ovicaprini italiani. C’è, evidentemente, qualcosa che va riscritto nei rapporti fra allevatori e trasformatori, ma soprattutto occorre capire con esattezza le dinamiche dei flussi del falso formaggio italiano, sia sul mercato nazionale che su quello estero. Purtroppo da soli non possiamo farcela e occorre coinvolgere l’opinione pubblica su questi temi”.