Portovesme srl, appello degli operai sulla ciminiera: “Dovete riuscire a salvarci”

Dalla ciminiera a 100 metri d’altezza dove si trovano da tre giorni per protesta, gli operai della Portovesme srl lanciano un appello disperato: “Trovate un accordo per salvare le buste paga che arrivano alle nostre famiglie”. I quattro lavoratori chiedono una soluzione sul costo dell’energia che ha messo in crisi l’azienda che produce zinco e piombo, in vista dell’tavolo al Mimit di domani.

Un appello fatto durante la visita di alcuni assessori regionali con una chiamata messa in vivavoce nella sala assemblea alla presenza dei sindacati. “A livello regionale non siete riusciti a darci nessuna risposta o garanzia, ma solo un eventuale progetto energetico a partire dalla seconda metà del 2024. Una soluzione che oggi non possiamo tollerare – hanno detto -. È per questo che dopo essere stati tranquilli, abbiamo deciso di salire su questa ciminiera per far sentire a tutta Italia la nostra condizione. Non si tratta di un colpo di testa di 4 squilibrati ma il proseguo di tutta un’attività sindacale che tutte le segreterie e le categorie hanno portato avanti in questi 18 mesi. Esasperati da questa situazione abbiamo deciso di prendere la questione concretamente in mano e parlare a tutta Italia”.

“La riunione di domani deve trovare la giusta soluzione sull’energia per permettere ai lavoratori di scendere dalla ciminiera”, dichiarano in una nota i segretari territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi che domani alle 10, parteciperanno in videoconferenza alla riunione convocata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza della Portovesme srl del Sulcis, in crisi per gli alti costi dell’energia. “I lavoratori, nonostante freddo, vento e pioggia, hanno trascorso la seconda notte nella ciminiera e con forza e determinazione stanno affrontando la terza giornata di protesta che continuerà anche domani. E proprio per questo motivo seguiranno dalla ciminiera la riunione di domani – annunciano i tre -. Un incontro che auspichiamo non sia solamente interlocutorio ma risolutivo”. “Chiediamo al Governo, data la gravità della situazione e la forte preoccupazione di intervenire e utilizzare tutti gli strumenti per arrivare a una soluzione accettabile che assicuri alle attività produttive della Sardegna, vere eccellenze delle produzioni italiane, pari opportunità – spiegano le sigle -. Per sostenere la lotta dura ma determinata dei lavoratori chiediamo un’assunzione di responsabilità anche ai sindaci e rappresentanti delle istituzioni, oltre che agli imprenditori affinché domani siano presenti al sit-in che si svolgerà, per la durata dell’incontro ministeriale, davanti all’ingresso dello stabilimento della Portovesme. Il cuore pulsante è lo stabilimento, per questo motivo le organizzazioni sindacali seguiranno la riunione dalla fabbrica vicino ai lavoratori in lotta”.

Intanto oggi a Portoscuso sono arrivati anche gli assessori regionali all’Industria e all’Ambiente, Anita Pili e Marco Porcu, che hanno partecipato a una assemblea con i sindacati. I due esponenti della Regione hanno anche parlato telefonicamente con i 4 operai.

“Come giunta regionale abbiamo garantito sin dal principio della crisi, sostegno concreto alla azienda e ai lavoratori, sia con l’attività volta all’approvazione dell’energy release, sia agevolando un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia. Oggi la stessa azienda deve essere chiara sulla riconversione e sulle reali condizioni che impediscano l’ulteriore fermata delle linee produttive”. Così l’assessora regionale dell’Industria, Anita Pili, dopo aver parlato con gli operai. “Dal governo nazionale – prosegue – continuiamo a pretendere l’individuazione di strumenti di uguaglianza energetica che oggi non sono garantiti a nessuna delle aziende energivore in Sardegna, diversamente da quanto accade nel resto d’Italia. Non possiamo dimenticare infatti che le nostre aziende energivore non dispongono del gnl, non essendoci stato concesso, in assenza della traduzione in legge del patto per la Sardegna di Renzi e Gentiloni, il completamento della metanizzazione nell’isola, né di misure quali ad esempio l’interconnector – sottolinea -. Non è più rinviabile, ormai, l’inserimento di misure ad hoc per garantire il mantenimento del presidio industriale e dei livelli di occupazione del Sulcis. È tempo di concretezza”. “È necessario – aggiunge Porcu – che la società giochi a carte scoperte perché dobbiamo capire esattamente quale sia la situazione e valutare quali misure dobbiamo mettere in campo per tutelare i lavoratori. Abbiamo fornito al Ministero tre ipotesi percorribili e confidiamo che durante la prossima riunione ci sia un’indicazione ben precisa”.

Nel frattempo la nota del Comune e del sindaco di Portoscuso, che ha destato stupore tra i lavoratori in lotta e i sindacati, scatena anche la polemica politica. “Leggiamo esterrefatti il comunicato del sindaco e non certo dell’intero Consiglio comunale, in merito alla vertenza Portovesme srl – si legge in una nota del gruppo di opposizione Portoscuso Rinasce -. Il rispetto delle norme, degli iter sono una ovvietà e non oggetto di discussione e cosi deve essere sempre. Quanto scritto rischia di spostare la discussione su altre tematiche che nulla hanno a che vedere con la vertenza del caro energia e mortifica la battaglia che i quattro lavoratori asserragliati all’interno della ciminiera e del resto delle maestranze ai cancelli, che stanno portando avanti per il futuro dei 1.500 lavoratori. Preoccupati per il blocco delle attività, e a sostegno alla vertenza, abbiamo richiesto una convocazione di Consiglio comunale straordinaria e urgente da svolgersi nei piazzali della Portovesme srl, in concomitanza con il tavolo al Mimit in videoconferenza per il giorno 3 marzo 2023 alle 10″. Anche i quattro operai hanno risposto alla note del o Comune.

“È con rammarico che apprendiamo delle posizioni prese dal sindaco del comune di Portoscuso nei confronti della vertenza energia che sta colpendo la Portovesme Srl. Dal comunicato si insinua che il problema sugli alti costi energetici non sia reale. Questo, secondo noi e secondo le notizie in nostro possesso, è falso e rischia di mettere a repentaglio un eventuale buon esito del tavolo ministeriale di domani”.

Scrivono in una nota i quattro operai. “Successivamente si pone in maniera netta e pregiudiziale contro una eventuale riconversione degli impianti – aggiungono – Riteniamo che se il sindaco sia in possesso di informazioni di cui i lavoratori della Portovesme non sono a conoscenza, debba condividerle e – incalzano – ci chiediamo se la posizione espressa dal sindaco sia condivisa dall’intera maggioranza a cui chiediamo di esprimersi a riguardo”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share