Petrolio e armi fanno crescere l’export. Industria del latte ancora in negativo

Petrolio, chimica e armi tengono in piedi le esportazioni della Sardegna mentre l’industria del latte continua a far segnare percentuali negative. Sono i dati riguardanti l’export sardo evidenziati nel rapporto Crenos (Centro ricerche economiche nord – sud) presentato oggi all’Università di Cagliari.

In particolare nel 2018 c’è stato un maggiore scambio commerciale per quanto riguarda importazioni ed esportazioni. Nel complesso l’export sardo è cresciuto del 7% rispetto al 2017 arrivando a 5,74 miliardi di euro. Un dato fortemente influenzato dal settore petrolifero che rappresenta l’83% del totale e da solo raggiunge i 4,76 miliardi di euro (+8% su base annua, spinto dal forte aumento del prezzo del petrolio). Negli altri settori le vendite all’estero sono pari a 975,26 milioni, in lieve crescita (+3%). Per la chimica di base (fertilizzanti, composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica) le esportazioni superano i 274 milioni di euro (+30% rispetto al 2017), le armi e munizioni esportate sono 94,61 milioni (+23%), mentre l’export dell’industria lattiero-casearia, in calo per il terzo anno consecutivo, è pari a 91,41 milioni di euro (-23% su base annua).

I settori dell’export sardo – Infografica Crenos

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Lo studio del Crenos si sofferma anche sulla struttura produttiva dell’Isola. Nell’ultimo anno c’è stata una leggera crescita delle imprese (+ 348) per un totale di 143.299 che si inseriscono in un tessuto imprenditoriale frammentato: gli addetti delle microimprese sono il 64%, una quota maggiore di quella italiana (45%), già di per sé rilevante. Tra i vari settori si conferma la forza del comparto agricolo, sia nel numero delle imprese (più di 34mila, pari al 24% del totale) sia nella loro capacità di creare valore aggiunto (5% in Sardegna contro 2% in Italia). Il comparto industriale è ancora sottodimensionato: 21% delle imprese e 16% del valore aggiunto in Sardegna, contro il 24% di imprese e del valore aggiunto in Italia. “In Sardegna – si legge nel rapporto – i settori legati alle attività svolte prevalentemente in ambito pubblico e ai servizi non destinabili alla vendita sono responsabili di oltre un quarto del valore aggiunto complessivo, mentre le imprese che producono beni e servizi destinati al mercato hanno un peso relativamente esiguo, denotando una scarsa capacità da parte del sistema produttivo isolano di creare valore”. A.D

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Le attività produttive in Sardegna – Infografica Crenos

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