Il pecorino a garanzia dei crediti, più tipi di formaggi per il pegno rotativo

“Quello del lattiero-caseario è un settore vitale per la nostra economia e la nostra società. È un patrimonio esclusivo che dobbiamo difendere e valorizzare, rappresenta la nostra anima e la nostra identità e noi abbiamo il preciso dovere di migliorare questo settore, unendo le forze e facendo filiera. Da parte della Regione c’è il massimo impegno in questa direzione, e il pegno rotativo con cui stiamo ottenendo i primi importanti risultati è uno degli strumenti innovativi che abbiamo messo in campo”. L’ha detto l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, concludendo a Macomer la mattinata di lavori organizzata da FidiCoop sulla programmazione finanziaria annuale del comparto lattiero caseario ovicaprino.

Il protocollo d’intesa fra Regione, Abi (Associazione bancaria italiana)i, Consorzio di Tutela del Pecorino Romano e organismi di settore sul pegno rotativo era stato sottoscritto lo scorso aprile, dopo i lavori al tavolo presieduto dall’assessore Paci in cui la Regione ha svolto il ruolo di facilitatore per la definizione degli aspetti tecnici che hanno permesso di arrivare all’accordo: il formaggio può essere destinato a garanzia di linee di credito da concedere per la riqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o per la concessione di prestiti di campagna. Particolarità importante dello strumento è il fatto che ciascuna azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lo spazio necessario, manterrà il proprio prodotto seppure dato in pegno. In caso contrario potrà collocarlo in magazzini individuati congiuntamente da tutti i soggetti rappresentati al tavolo. Da dicembre scorso il pegno rotativo da strumento straordinario anticrisi è stato trasformato in strumento ordinario e stabile per affiancare tutte le altre misure a sostegno del comparto lattiero-caseario della Sardegna.

“Noi come Regione ribadiamo il nostro impegno forte e costante, con l’assessore dell’Agricoltura Caria seguiamo costantemente questo settore ognuno per la sua parte, io in particolare per tutto quello che riguarda gli strumenti finanziari, fortemente innovativi, che stiamo mettendo in campo – dice Paci -. pegno-rotativo-pecorino-paci-macomerSiamo state una delle prime regioni a partire con uno strumento utile alla razionalizzazione della filiera di una dop, come il pecorino romano, perché introduce un sistema di garanzia finora assente che consente di facilitare i rapporti fra il mondo bancario e i trasformatori del latte ovino – continua l’assessore -. Uno strumento che coinvolgerà e aiuterà a sostenere tutti i componenti del comparto, a partire dai pastori. Il pegno rotativo avrà inoltre il fondamentale ruolo di calmiere dei prezzi sul mercato”.

Rispetto all’accordo di aprile, negli incontri successivi “sono stati fatti ulteriori passi avanti – spiegano dalla Regione -: sono state messe a punto le procedure per la rivalutazione delle scorte messe a pegno e si è discusso della possibilità di mettere a punto un pegno dedicato ad altre due diverse tipologie di formaggio pecorino romano, più stagionati e quelli che invece non sono arrivati a maturazione (attualmente è interessato il pecorino romano che ha raggiunto i 5 mesi di stagionatura). Sarà inoltre reso più vantaggioso l’utilizzo di un mix di strumenti da parte delle imprese (prestito di campagna, pegno rotativo e assistenza di consorzi Fidi): per raggiungere questo risultato, il prestito di campagna, che già dal 2017 ha operato in maniera differente, realizzando una copertura temporale più ampia da 12 a 18 mesi”. Prossimo obiettivo, applicare una procedura di pegno sul prodotto fresco atto a divenire, secondo modalità tecniche da sperimentare nella prossima campagna.

“Il pegno rotativo è uno dei pezzi del nostro intervento ma sappiamo che non basta, e infatti stiamo continuando a lavorare ad altri strumenti per offrire possibilità in più rispetto all’accesso al credito bancario. Ma per ottenere risultati – ha concluso Paci – è assolutamente indispensabile fare network, fare squadra, costruire una filiera: è questa l’unica strada percorribile, per dare agli allevatori risposte rapide e concrete e per garantire ai giovani una importante possibilità di futuro. Il pecorino non sarà mai delocalizzato, è una ricchezza solo nostra: ce l’abbiamo, trattiamola bene, tutti insieme”.

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