Nell’Isola aumentano sfratti per morosità. Cna: “Credito fondamentale”

In Sardegna come in tutta Italia l’accesso alla casa e la sostenibilità del mutuo e degli affitti sono problemi fondamentali per le famiglie. A fine settembre 2015, secondo la Banca d’Italia, nell’Isola le sofferenze relative ai mutui ammontavano a 188 milioni di euro (a questi se ne aggiungono 165 con inadempienza probabile).

I dati diffusi dal ministero dell’Interno indicano poi una crescita degli sfratti: da 413 provvedimenti emessi nel 2005 se ne contano 663 nel 2014: numeri che corrispondono a una crescita del 60% in tutto il periodo (69% l’incremento medio nazionale). Secondo il Centro Studi della Cna Sardegna risulta che in media negli ultimi dieci anni il 90% dei provvedimenti di sfratto è stato emesso per morosità, mentre nel 2005 era inferiore all’80%.

Assieme ai provvedimenti di sfratto negli ultimi dieci anni nell’Isola sono aumentate anche le richieste di esecuzione (da 405 nel 2005 a 650 nel 2014) e quelle effettivamente eseguite (da 185 a 370). Nell’ambito del mercato del credito, in Sardegna nel 2006 l’importo medio di un finanziamento per acquistare un’abitazione era di circa 51mila euro (75 mila in Italia). Nel 2013 l’ammontare era sceso a meno di 40 mila euro (58 mila in Italia), mentre nel 2014 e nel 2015 il forte incremento (45 e 71 mila) va solo in parte ricondotto al fenomeno delle surroghe.

Inoltre nel 2006 il volume delle erogazioni si riferiva a finanziamenti oltre i 18 mesi, mentre nel periodo più recente tale soglia è stata abbassata a 12 mesi. “Questi dati ci dicono quanto il ruolo del credito sia fondamentale in questa fase per le famiglie sarde che continuano ad avere seri problemi con il mutuo e l’affitto – dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna -. Il decreto legislativo di recepimento della direttiva mutui che in questi giorni è in fase di discussione presenta numerosi nodi ancora da sciogliere. In particolare aspettiamo di vedere come saranno risolte la questione della retroattività delle norme e quella dell’aumento delle rate non pagate da 7 a 18 come limite per far scattare il diritto delle banche a espropriare l’immobile e rivenderlo. Auspichiamo dalle banche un atteggiamento favorevole visto il programma della Bce di estensione del quantitative easing e l’aiuto che il decreto mutui comporterà per gli istituti bancari”.

Immagine di archivio Roberto Pili

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