Laurea più master o un lavoro subito? Confronto sugli stipendi, Isola bocciata

Con i dati della disoccupazione in leggero calo e in un momento in cui le scelte sulle politiche del lavoro sono sotto la lente del dibattito politico, uno dei bivi fondamentali per la vita di uno studente alla conclusione delle scuole superiori è quella sul percorso successivo: laurearsi, ambire a una carriera che offre maggiori possibilità e uno stipendio mediamente più alto – ma con (almeno) tre anni di ritardo -, o buttarsi immediatamente nella ricerca di un’occupazione? In altre parole quanto tempo dovrà passare prima che il reddito complessivo di un laureato raggiunga quello di un diplomato che trova presto lavoro?

Il Sole 24 Ore ha provato a “misurare” la convenienza di iscriversi a un corso di studi superiore, solo dal punto di vista economico: come avverte il sito del quotidiano economico, infatti, è impossibile dare una risposta univoca, le variabili sono troppe, dal genere (le donne guadagnano molto spesso meno dei maschi a parità di impiego), alla scelta del corso di studi, dalle spese necessarie allo studio, alla tassazione, passando per la diversa occupabilità di un diplomato rispetto ad un laureato, la progressione di carriera, le opportunità d’impresa, di lavoro autonomo e professionali.

Per l’analisi dunque sono stati presi in considerazione i dati Istat relativi agli stipendi orari lordi dei lavoratori dipendenti nel 2016, considerando un soggetto impiegato a tempo pieno (8 ore al giorno per 220 giorni all’anno), il calcolo è effettuato partendo dal differenziale di stipendio, sempre a favore del laureato (la media nazionale è di 2.27 euro lordi  all’ora di differenza): ciò che ne viene fuori è preoccupante. In molte province il valore è talmente stretto che non sarebbero sufficienti decenni di lavoro per recuperare i soli tre anni di studio universitario.

Infografica Il Sole 24 Ore

I dati variano moltissimo da regione a regione, così a Milano o Roma, a un giovane laureato basterebbero meno di dieci anni dal momento dell’ingresso nel mondo del lavoro per guadagnare, complessivamente, come il diplomato. Bene – si potrebbe dire – anche perché la media italiana è di quindici anni.

Infografica Il Sole 24 Ore

Ma le sorprese arrivano a scalare la classifica: la maglia nera va alla provincia di Viterbo dove il gap da colmare per un laureato è di 77 anni, seguono Imperia (65) e Campobasso (56). A pochissima distanza dalla lista arrivano le sarde e i dati sono drammatici: a Nuoro un laureato dovrà impiegare 50 anni e 3 mesi, ciò significa che raggiungerà la parità retributiva all’età di 72 anni, segue la provincia del Sud Sardegna con 48 anni e dieci mesi di lavoro e 70 anni di età, poi Oristano con 45 anni di lavoro e 67 di età. Anche Sassari, seppur sede dell’ateneo segue con 41 anni e sei mesi (63 anni). Meglio Cagliari dove un laureato deve attendere “solo” 32 anni e aver raggiunto l’età di 54 anni.

Infografica Il Sole 24 Ore

Ma la situazione si aggrava se gli anni di studio non si limitano al corso di laurea triennale, più si sta sui libri meno possibilità si hanno, nonostante il futuro stipendio presumibilmente più alto, di arrivare in pari con un diplomato. Nel caso di una triennale, più specialistica e un master di primo livello della durata di un anno la simulazione del calcolatore, – che però non tiene conto della differenza nel reddito tra laurea triennale, magistrale e dottorato, dati non forniti da Istat – rivela dati paradossali: nella provincia di Nuoro, presa a esempio, uno laureato super specializzato dovrebbe aspettare 100 anni e aver raggiunto l’età di 125 primavere, un vero record di longevità.

Mar.Pi.

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