La zona franca urbana. Così il Sulcis combatte contro la crisi

Il governatore Cappellacci è arrivato a chiedere la zona franca doganale all’ufficio sbagliato, ma questo non deve far perdere di vista che una forma di ‘zona franca’ nell’Isola esiste già e si tratta di utilizzarla. E’ la zona franca urbana del Sulcis, che va a coprire l’intera provincia di Carbonia-Iglesias. Se ne è parlato in un convegno promosso dalla Lega delle cooperative col comune di Villamassargia, presenti tra gli altri il presidente della provincia Tore Cherchi, il sindaco Franco Porcu, il deputato del Pd Francesco Sanna, l’assessore provinciale al Lavoro Alberto Pili e Cristiano Erriu, sindaco di Santadi e presidente dell’Anci Sardegna.

La zona franca urbana è figlia del “Piano Sulcis”, lo strumento che ha visto la luce con la firma del protocollo del 13 novembre 2012 tra il governo, la Regione, la Provincia e i 23 Comuni della provincia. Uno strumento nato per arginare la devastante crisi economica di quest’area della Sardegna e per gettare le basi per uno sviluppo economico parallelo e alternativo alla grande industria perché, allo stato attuale, non è pensabile fare a meno delle migliaia di buste paga che provengono dal bacino industriale di Portovesme.

La dotazione economica del Piano Sulcis ammonta a 581 milioni di euro, di cui 451 provenienti da dotazioni ministeriali e 130 dalle multe comminate dall’Unione europea alle grandi industrie energivore: Alcoa, Eurallumina e Portovesme s.r.l. Quindi il Piano Sulcis è finanziato anche dalle grandi industrie di Portovesme, seppure in maniera indiretta.

“Nel Sulcis – ha detto Tore Cherchi – esistono circa 9.000 imprese, di queste circa 7.500 possono beneficiare della zona franca urbana perché hanno meno di 50 dipendenti e un fatturato fino a 200mila euro. La nostra scommessa passa per il rilancio della piccola e micro impresa. Vorremmo che la nostra scommessa diventi la scommessa di tutto il territorio”.

Ma come sarà finanziata la zona franca urbana? “Abbiamo calcolato – ha spiegato Cherchi – che 100 milioni di euro, provenienti dal Piano Sulcis, saranno sufficienti a finanziare la fiscalità di vantaggio per i primi 5 anni durante i quali le imposte quali Irpef, Irap, Imu, Inps, Inail etc. saranno abbattute totalmente. Solo l’Iva continuerà ad essere dovuta, essendo un imposta di passaggio. I benefici però continueranno ancora per un periodo di 14 anni anche se in misura minore fino a scendere al 20% nell’ultimo periodo. La copertura economica per gli sgravi fiscali sarà assicurata da un sistema di autofinanziamento grazie alle leggi europee sulle coesioni territoriali che già dal prossimo anno entreranno in vigore. Inoltre anche le nuove imprese che si costituiranno entro il 2015 potranno godere delle agevolazioni fiscali”.

“Una volta approvato il decreto legge – ha proseguito il presidente della Provincia – il Governo raccoglierà le domande di agevolazione fiscale presentate e sulla base del numero delle domande verrà ripartito il beneficio. In pratica il piccolo imprenditore non dovrà pagare le tasse che risultano dalla propria dichiarazione dei redditi, nel limite stabilito, perché saranno compensate dal contributo che gli è stato assegnato. Questo risparmio fiscale potrà essere utilizzato dai soggetti beneficiari per capitalizzare ad esempio la propria impresa o diversificarla per renderla ancora più competitiva”.

Da Cherchi, insomma, quasi un appello affinché l’occasione non venga perduta. Perché “solo con la collaborazione delle popolazioni e la condivisione delle finalità possiamo perseguire il risultato di sconfiggere questa crisi economica senza fine”.
Carlo Martinelli

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