FederAlberghi, strutture a rischio: “Basta clausole su prezzi dai portali web”

“E’ ora di mettere un freno alle clausole contrattuali che vengono imposte dai grandi portali di prenotazione alberghiera per impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sugli stessi portali (cosiddette clausole di parity rate o best price)”. A pochi mesi dalla stagione estiva, Federalberghi Sardegna rilancia la mobilitazione in vista del voto della Commissione del Senato che si appresta a votare l’articolo 50 del disegno di legge concorrenza con una norma che tende a superare queste clausole restituendo competitività al sistema turistico italiano, allineandolo a quanto è stato già fatto in altri paesi. “Se questa norma non dovesse passare – spiega il presidente regionale di Federalberghi, Paolo Manca – sono a rischio in particolare le piccole strutture alberghiere dell’Isola che diventerebbero ostaggio delle multinazionali. Inoltre con questa norma si tutelano i consumatori (ai quali viene offerta la possibilità di accedere a tariffe più basse), le imprese (che vengono poste in condizione di sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali) e l’erario (che viene a beneficiare di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o paradisi fiscali). Lanciamo un appello ai senatori e parlamentari sardi perché sia il mercato e i nostri piccoli operatori a decidere se adeguarsi alla parità tariffaria o no. Mentre infatti per i grandi portali di intermediazione internazionali la Sardegna è un prodotto come un altro: a loro interessa vendere, gli albergatori sardi non delocalizzano, promuovono il territorio e la destinazione Sardegna”. “Quindi, se l’articolo 50 non venisse approvato, si determinerebbe uno squilibrio competitivo tra sistemi, a tutto vantaggio della Francia e della Germania che sono tra i principali concorrenti dell’Italia”, conclude Manca.

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