Confindustria esprime “perplessità sulle conseguenze del passaggio alla Regione Sardegna degli impianti idroelettrici del Flumendosa, Taloro e Coghinas, in concessione ad Enel, nello sviluppo economico ed occupazionale futuro del territorio”. “Riteniamo che tale azione non possa portare alcun beneficio alla Regione – spiegano dall’associazione degli industriali -: Enel esercita una concessione in scadenza nel 2029, come indicato dal Decreto Bersani (art.12, comma 6), ed ha modulato il proprio piano di investimenti con questo orizzonte temporale”.
La decisione della Regione di prendere in mano la gestione delle tre dighe è stata annunciata dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore ai Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, lo scorso 16 ottobre. In quell’occasione la Giunta aveva anche annunciato che il nuovo corso sarebbe cominciato il 1° gennaio 2019 avvalendosi di Enas, l’ente sardo delle acque. A stretto giro la replica di Enel il giorno dopo annunciò la presentazione di un ricorso (leggi qui).
In questo solco di inseriscono le perplessità di Confindustria che nella nota sottolinea: “I precedenti pronunciamenti del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (a cui Enel si è rivolto per opporsi alla decisione della Regione) non hanno spostato questa scadenza. Le sentenze finora pronunciate e relative a pressoché analoghe delibere di maggio 2014, confermano che le concessioni rilasciate ad Enel per le grandi derivazioni idroelettriche. Le quali vanno a scadenza naturale, al termine del trentesimo anno successivo alla data di entrata in vigore del decreto Bersani e quindi le concessioni sono valide sino al 31 marzo 2029″. Per questi motivi Confindustria ritiene che “scelte di questo tipo vadano necessariamente discusse con le diverse parti sociali”.
Nell’immagine la diga sul Coghinas