Corte dei conti, sì a rendiconto Regione. Solinas: “L’obiettivo è azzerare il deficit”

La Corte dei conti ha giudicato regolare il rendiconto della Regione per l’esercizio di bilancio 2018, periodo in cui era in carica l’amministrazione di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru. Le criticità rilevate nella requisitoria della procuratrice generale, Antonietta Bussi, rispecchiano quelle emerse in occasione della verifica dello stesso esercizio, illustrata il 6 dicembre scorso sempre alla Corte dei Conti. Quindi: un saldo entrate-spese positivo pari a 205 milioni di euro, un debito finanziario che al 31 dicembre 2018 ammontava a 1,4 miliardi, in forte crescita rispetto all’esercizio 2016 di quasi il 42 per cento (560 milioni). Incide notevolmente sul bilancio la spesa sanitaria (oltre tre miliardi di euro) ed è certificato che i disavanzi pregressi, ovvero le perdite del sistema sanitario non ripianate entro il 31 dicembre 2017 ammontavano a 680,7 milioni.

Altra nota dolente evidenziata nella relazione della procuratrice è la bassa capacità della Regione di riscuotere le entrate comunitarie. Il giudizio di parificazione è stato pronunciato oggi a Cagliari dal presidente nazionale della Corte dei Conti, Angelo Buscema. Prima della lettura finale, superando la prassi che in genere non prevede che i governatori prendano la parola, è intervenuto in udienza il presidente della Regione, Christian Solinas. Il capo della Giunta ha evidenziato che “la Regione ha avviato un percorso verso la ricomposizione di un assetto della spesa rispondente a esigenze di azzeramento progressivo del deficit”. Per riuscirci, “le esigenze di contenimento devono essere contemperate con quelle di offrire servizi ai cittadini”. Da subito, “abbiamo cercato di seguire linee virtuose nella gestione della cosa pubblica: con l’accordo sottoscritto con lo Stato abbiamo dato chiarezza dopo anni alla vertenza su accantonamenti ed entrate, agganciando la partita degli accantonamenti al prodotto interno lordo della Regione secondo il modello siciliano”. Poi, “l’accordo prevede circa 1,6 miliardi per investimenti per ridurre il gap infrastrutturale”.

Il presidente ha poi dichiarato l’intenzione di mettere in campo “una serie di interventi normativi per rivedere la struttura burocratico-amministrativa della Regione: abbiamo un assetto che deriva da una legge del ’77, ora vogliamo adeguare le strutture, per esempio coordinando le azioni dei direttori generali in dipartimenti come già accade in altre regioni e ministeri”. Inoltre, “vogliamo rivisitare l’assetto degli enti strumentali e delle agenzie della Regione: è necessario capire se questo assetto ha generato un risultato positivo o se ha creato complicazioni rispetto all’erogazione di servizi”. Il governatore si riferisce in particolare al comparto agricolo “nel quale abbiamo accumulato ritardi nell’erogazione di premi e contributi che mettono in difficoltà il mondo della produzione primaria della Regione”. Infine la sanità: “Siamo alla vigilia di una riforma annunciata che non vuole cancellare quello che si è fatto, ma mantenere le intuizioni positive come aver individuato soggetti aggregatori per la spesa, restituendo però un’articolazione sul territorio rispondente alla natura dell’Isola”.

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