Conad-Auchan come l’Ilva di Taranto: lavoratori sardi in attesa dell’Antitrust

Si va verso una vertenza ancora più grande, complessa e sofferta di quella dell’Ilva di Taranto. La cessione di Auchan alla Conad, che da mesi sta agitando i lavoratori in tutta Italia, potrebbe portare a superare i tremila esuberi dell’ex acciaieria pugliese. L’ultima doccia fredda è la messa in mobilità di 817 dipendenti impiegati in tutte le strutture di sede, tra loro una quindicina sono sardi, lavoratori che sono in carico alla sede di Milano ma che da anni operano nell’Isola. I tagli più drastici colpiscono il quartier generale di Rozzano, nel Milanese, dove lavorano 456 impiegati che si aggiungono ai dirigenti per i quali da qualche tempo sono in corso le procedure di riduzione e messa in mobilità. Tutte le altri sedi periferiche sono colpite dai tagli con tutti gli uffici distaccati. In Sardegna sono a rischio 370 dipendenti, mentre si attende il verdetto dell’Antitrust, che si è preso altri 45 giorni di tempo dal termine fissato inizialmente per il 20 gennaio, che dovrà dire in quali territori la concentrazione del mercato nelle mani di Conad sarà oltre la soglia (nell’Isola a rischio il punto vendita di Olbia).

“L’Antitrust sta creando ulteriori problemi a una vertenza complicata – sottolinea Cristiano Ardau, segretario generale UilTucs Sardegna -, i dipendenti non possono essere vittima di lungaggini burocratiche, per questo chiediamo che gli uffici territoriali del governo (i prefetti) e le istituzioni intercedano perché il lavoro dell’Authority sia portato avanti nei tempi più brevi possibile. I lavoratori sono disperati e attendono con ansia un verdetto che cambierà il loro futuro”. C’è poi un problema di natura operativa: “Gli ipermercati sono fermi al palo, procedono con gli acquisti minimi ma non fanno programmazione commerciale, per non parlare degli investimenti e dei lavori di ristrutturazione programmati e fermi in attesa di capire come andrà avanti la vertenza”, spiega Ardau.

I dipendenti sardi tremano, è per questo che la Regione, tra le prime in Italia, ha voluto aprire un tavolo permanente sulla vertenza, con l’obiettivo di monitorare ed agire immediatamente nel caso di soluzioni drastiche da parte della Bdc, società creata da Conad e da Wrm del finanziere Raffaele Mincione, che guida la bad company Margherita distribuzione, protagonista delle operazioni di passaggio di insegne. La vertenza investe, dunque, anche la politica regionale e non solo: il caso sbarca anche nei Consigli comunali. Dopo quello aperto ai cittadini di Olbia, che aveva riguardato anche le altre vertenze del territorio come quella di Air Italy, ora a chiedere che sia interessata l’assemblea municipale è l’opposizione a Cagliari.

L’appello è rivolto direttamente al sindaco Paolo Truzzu. “Intervenga insieme alla Regione, perché siano messi in atto tutti gli strumenti atti a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e produttivi del personale dei punti vendita – spiega il gruppo dei Progressisti -. A Cagliari sono impiegati 198 lavoratori nel punto vendita di Santa Gilla e 203 in quello di Marconi. Al momento, solo i lavoratori di Santa Gilla sono già transitati in Conad, mentre gli altri, attualmente in carico alla Bdc, attendono di conoscere quale sarà il loro futuro”. “La gestione del trasferimento dei punti vendita, che si dovrebbe concludere entro l’anno – continuano i Progressisti – sta avvenendo in maniera frammentaria, con poca chiarezza sugli interventi previsti, i tempi e i numeri relativi al completamento del passaggio del personale. Sull’operazione di acquisizione non è stato, peraltro, ancora presentato un piano industriale e organizzativo complessivo”.

La vertenza era anche all’ordine del giorno del Consiglio regionale dello scorso venerdì, con una risoluzione della Seconda commissione (Lavoro), presieduta da Alfonso Marras (Riformatori) che l’Assemblea avrebbe dovuto esaminare e votare. Ma la seduta, convocata in particolare per la questione della continuità territoriale, è stata annullata dopo le proteste dell’opposizione, che è stata poi accusata dal capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, di “insensibilità e menefreghismo”.

Marzia Piga

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