Conad-Auchan, stangata dell’Antitrust. Olbia e Sassari i negozi più a rischio

Cresce l’allarme di lavoratori e sindacati per la maxi operazione di acquisizione di Auchan da parte di Conad. L’Antitrust ha acceso un faro sulla cessione, avvertendo che il passaggio potrebbe determinare “la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante nei mercati dell’approvvigionamento, nonché in una pluralità di mercati locali della vendita al dettaglio della grande distribuzione organizzata, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza sui medesimi mercati”, si legge nel consueto e atteso bollettino diramato ieri. Una stangata da parte dell’Authority della concorrenza e del mercato (Agcm) che ha contestato 147 sovrapposizioni in Italia che in alcune aree del Paese si attestano addirittura al di sopra del 50 per cento vista la presenza capillare di Conad e dei punti vendita Auchan, Sma e Ipersimply acquisiti. “Considerato il livello aggregato delle quote unitamente alla rilevante e capillare presenza di punti vendita del sistema Conad sul territorio nazionale e all’importanza e notorietà delle insegne dei punti vendita acquisiti, si ritiene che l’operazione in esame possa ostacolare in modo significativo la concorrenza effettiva nei 147 mercati locali della vendita al dettaglio individuati, determinando il rafforzamento o la costituzione di una posizione dominante, anche a danno dei consumatori”.

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Un avvertimento che aggiunge preoccupazione per i sindacati, che stanno monitorando insieme al Mise l’operazione. In Sardegna sono i lavoratori del punto vendita di Olbia quelli maggiormente a rischio, ma anche per Sassari la situazione è complicata perché in entrambi i casi la posizione dominante di Conad sarebbe tale per cui l’unica soluzione sarebbe cedere a terzi i punti vendita, con conseguenti incertezze e instabilità per il futuro. “Quanto comunicato dall’Antitrust crea ulteriori problemi alla trattativa – spiega Cristiano Ardau, segretario generale Uiltucs -. Se già al Mise sono stati certificati 6.197 esuberi in tutta Italia (350 in Sardegna) ora la posizione si complica. Nel panorama sardo le quote aggregate che si delineano arriverebbero – precisa il sindacalista – al 70-75 per cento per il punto vendita Marconi di Cagliari, tra il 55 e 60 per Santa Gilla, tra il 65 e 70 per Sassari mentre per Olbia la forbice salirebbe tra il 75 e l’80 per cento”. “L’Antitrust tollererebbe un margine del 25 per cento di aggregazione totale – sottolinea ancora Ardau -, l’Europa guarda con grande severità al rispetto delle norme sulla concorrenza”.

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Nell’Isola sono circa 370 i dipendenti in bilico, sui 738 totali mentre si attende la definizione, quasi certa per febbraio, del primo passaggio nell’Isola con il negozio di Santa Gilla a Cagliari. “L’allarme è forte – insiste Ardau – siamo in una fase emergenziale per quella che è considerata una delle vertenze più delicate: nell’ultimo incontro al Mise gli esuberi sono stati dichiarati, si è certificata la riduzione delle aree vendite, ora è urgente ragionare con i ministeri e la presidenza del consiglio”.

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Marzia Piga

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