Esuberi Auchan, l’ad di Conad ammette: “Ci saranno dei sacrifici, è inevitabile”

Non è preoccupato l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese, per l’istruttoria avviata dall’Antitrust sulla possibile concentrazione e gli impatti sulla concorrenza nel mercato della grande distribuzione organizzata dell’operazione di acquisizione di Auchan. E con la promessa di fare di tutto per salvaguardare i posti di lavoro ammette, però, che “ci sarà qualche sacrificio da fare”. Se anche l’Antitrust dovesse imporre dei rimedi severi a Conad, insomma, l’operazione che darà vita alla prima catena italiana della grande distribuzione non sarà a rischio, secondo il numero uno della società che con l’acquisizione arriverebbe a una quota di mercato in Italia del 24 per cento.

Pugliese nei giorni scorsi è intervenuto anche sulla questione dei posti di lavoro e gli esuberi, assicurando che Conad cercherà di ridurre al minimo gli impatti sull’occupazione legati all’acquisizione di Auchan Italia “ma è chiaro che ci sarà qualche sacrificio da prendere” anche se “è presto” per quantificare gli esuberi effettivi. “Abbiamo questi 25 giorni per trovare un accordo, vogliamo trovare un accordo e contiamo nel buon senso da parte di tutti”, ha detto Pugliese ricordando l’apertura della procedura di stato di crisi. “È indubbio il fatto che se un’azienda è in difficoltà” come Auchan e “perde un milione al giorno, vuol dire che qualcosa nell’ambito dell’organizzazione complessiva, anche nell’ambito del lavoro non funzionava”. Per Pugliese “il profilo di conto economico” di Auchan evidenzia “6.200 persone in esubero“. Di queste, però, “circa il 50 per cento sono già state previste in assorbimento all’interno di Conad”, lasciando “in discussione” 3.100 potenziali esuberi.

Per la Sardegna la situazione è critica, così come a Roma e Brescia. A incidere è il capitolo ipermercati che interessa i punti di vendita in 38 mercati locali. Il passaggio di quello di Olbia determinerebbe una posizione dominante con quote che arriverebbero all’ottanta per cento, dunque inaccettabili per le regole della libera concorrenza. (mar.pi.)

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