“Supramonte”, nel documentario di Karel la magia della montagna

Ecco il Supramonte come non lo abbiamo mai visto: a mostrare la singolare, affascinante fotografia di uno dei luoghi simbolo dell’isola è la società cagliaritana Karel che ha presentato ieri in città, all’Hostel Marina, il documentario “Supramonte”.

Il film racconta paesaggi e vita dell’altopiano nel cuore della Sardegna mostrandone tutti gli aspetti, dall’ambiente alla fauna, dalla presenza dei pastori alle vigne che producono uno straordinario cannonau: lontano da folklorismi e stereotipi i 34 minuti del documentario ci restituiscono l’immagine di un  patrimonio naturalistico e storico che per le sue asperità conserva ancora aspetti sconosciuti. “Una montagna che va rispettata”, sottolinea uno dei protagonisti scelti tra i pastori, gli agricoltori, i tanti operatori turistici e ambientali che vivono e lavorano nella zona.

Il documentario, realizzato nell’ambito del progetto comunitario Corem – Cooperazione delle reti Ecologiche nel Mediterraneo che coinvolge la Provincia di Nuoro e i comuni di Oliena, Urzulei, Dorgali e Orgosolo, vede in regia Davide Melis, alla fotografia Luca Melis e Alessandro Beltrame, la produzione esecutiva è di Pamela Sau mentre le musiche originali sono firmate da Romeo Scaccia. Ha impegnato una troupe che per quaranta giorni nell’arco di un anno ha camminato anche sei ore al giorno, attrezzature e strumenti per le riprese in spalla, per mostrare la montagna nel corso delle quattro stagioni: immagini in alta definizione per i dettagli microscopici della flora, suggestive vedute aeree, riprese realizzate sott’acqua negli infiniti cunicoli che scorrono sotto la montagna.

E ancora interviste e racconti dei protagonisti, dall’archeologo Fabrizio Delussu che racconta l’insediamento nuragico di Tiscali al viticoltore Tonino Arcadu, dallo speleologo Jo De Waele alle guide del territorio Isidoro Rubanu e Gianfranco Crissantu. In chiusura, le parole di Remundu Piras interpretate dal Coro Supramonte di Orgosolo.

“Supramonte” ha ricevuto a Milano il 26 ottobre scorso il Premio Touring Club Italiano nell’ambito del festival “Terre alte…emozioni dal mondo!” ed è stato appena selezionato per il Festival Orobie per i documentari di Montagna che si terrà nel gennaio prossimo a Bergamo.

“I ricordi di una simile esperienza sono tanti – raccontano regista e operatori del documentario – si parla di un territorio e di popolazioni che fanno dell’ospitalità un valore fondante, in particolar modo in un’area dall’estrema difficoltà di permanenza dove mancano acqua ed elettricità e i telefoni non ricevono. Il più bello è legato sicuramente alle persone che ci hanno accompagnati nel viaggio, l’amore viscerale per la loro terra ci ha fatto capire che è grazie a loro che ancora oggi il Supramonte è un angolo di paradiso incontaminato, dove la sola presenza umana è rintracciabile nei pastori e nelle arcaiche capanne di pietra e ginepro”.

Francesca Mulas

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