I paesaggi sonori di Marcotulli e De Vito illuminano il Jazz Club Network

Incantevoli alchimie sonore e raffinati virtuosismi con Rita Marcotulli e Maria Pia De Vito, protagoniste lunedì 21 e martedì 22 marzo alle 21.30 al Jazzino di via Carloforte 74-76 a Cagliari e mercoledì 23 marzo alle 22 al Poco Loco di Alghero sotto le insegne del Jazz Club Network firmato CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Vent’anni dopo “Nauplia” – album cult sulla cultura napoletana e lo spirito della musica improvvisata – la pianista e compositrice romana e la cantante, compositrice e performer partenopea si ritroveranno sul palcoscenico per tessere inedite trame e regalare nuove emozioni, tra brani originali e omaggi ad artisti come Björk e Tom Waits.

Il felice sodalizio tra un’eclettica interprete dello strumento a tastiera come Rita Marcotulli, capace di spaziare in territori diversissimi, dalla musica brasiliana al jazz, dalle atmosfere nordiche ai colori e i ritmi del Mediterraneo, autrice di colonne sonore come quella, pluripremiata, del film “Basilicata Coast to Coast” e di musiche di scena, con all’attivo importanti collaborazioni con scrittori e attori – tra gli altri, Stefano Benni, Alessandro Benvenuti, Lella Costa e Franca Valeri – e la cantante napoletana Maria Pia De Vito – tra le voci più apprezzate della scena jazzistica nazionale e internazionale riprende, come seguendo il filo di una conversazione mai interrotta, con nuove idee e progetti – in duo e non solo. Le due artiste – che hanno condiviso passioni e incursioni musicali, come la collaborazione con il percussionista e vocalist armeno Arto Tunçboyaciyan, da cui è nato il disco “Triboh” – ammalieranno il pubblico isolano con le note evocative e le metriche coinvolgenti di intriganti partiture in cui il virtuosismo non è mai fine a stesso, ma diviene semmai uno strumento per esprimere e dar forma compiuta a sensazioni e stati d’animo, e condividerli con gli ascoltatori.

Se l’arte dei suoni è il linguaggio universale che permette di infrangere e superare barriere culturali, di far dialogare artisti di differente provenienza geografica e diversa formazione e di rivolgersi a pubblici eterogenei, suscitando emozioni e facendo vibrare le corde del cuore, per Rita Marcotulli e Maria Pia De Vito la curiosità è la chiave di una costante evoluzione, con il piacere di esplorare nuove dimensioni, di confrontarsi con tradizioni e storie di altri popoli, secondo un’estetica musicale libera e senza confini.

Il concerto diventa un viaggio alla (ri)scoperta dei paesaggi differenti, di cui le due musiciste tracciano l’itinerario attraverso sentieri segreti e ardue difficoltà, da cui affiorano delicate melodie, distillate con cura: una performance di raro equilibrio e sorprendente bellezza ed eleganza, costruita su una perfetta sintonia, un’analogia di gusti e inclinazioni, da cui scaturisce la possibilità dell’improvvisazione.

Fantasie sonore vibranti di passione, piene di energia, con ritmi incalzanti e travolgenti, meravigliose ballads e melodie graffianti, nel trittico che vede protagoniste due regine del jazz, entrambe conquistate dalla musica brasiliana, e indiana, dal flamenco e dai profumi (e i canti e le danze) del Mare Nostrum. Trasfigurazioni della cultura popolare e citazioni d’autore, secondo la cifra alchemica che scaturisce dall’incontro di sensibilità e visioni musicali, dalle profonde affinità elettive che uniscono la brillante pianista e la poliedrica cantante, rendendo favoloso e intenso il loro dialogo intessuto di note.

Fra tradizione e contemporaneità, memoria e futuro, la voce di Maria Pia De Vito e il pianoforte di Rita Marcotulli trovano il punto di intersezione fra mondi e civiltà, tra la dimensione concreta e quasi fisica del suono e la sua proiezione ideale, tra un concetto musicale e le infinite declinazioni e varianti di una melodia, concedendosi la libertà di spaziare nei differenti territori, di contaminare generi e stili, senza lasciarsi condizionare dalle definizioni, ma rivendicano una totale libertà d’espressione, nel segno di un’arte senza altri limiti che quelli stabiliti dal talento, e dalla capacità d’invenzione.

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