Giganti di Mont’e Prama a Cagliari: restauratori al lavoro sul pugilatore Cavalupo

Sono in corso i lavori di restauro sui reperti di Mont’e Prama riportati alla luce negli scavi della Soprintendenza fra il 2014 e il 2016. Sui modelli di nuraghe si lavora nel laboratorio di Calamosca a Cagliari, mentre a Cabras in quello realizzato all’interno del Museo civico, sotto lo sguardo attento e curioso dei visitatori, grazie alla collaborazione con la Fondazione Mont’e Prama. Così i restauratori lavorano alla pulitura del pugilatore del tipo “Cavalupo”: vengono rimossi i depositi di terra accumulati sulla statua nel corso di tremila anni. La rimozione avviene con piccoli strumenti meccanici e molta delicatezza, allo scopo di rimettere in luce la superficie residua della scultura.

Così, lentamente, tornano leggibili i particolari che i sapienti scalpellini di età nuragica modellarono sulla tenera pietra calcarea. La grande capacità tecnica emerge nel rappresentare il giovane armato con il grande scudo avvolgente tenuto saldamente col braccio e con la mano sinistra. Così come negli occhi, resi geometricamente da perfette incisioni circolari concentriche, nel profilo schematico a T delle arcate sopraccigliari e del naso e nelle piccole orecchie, straordinariamente sagomate nella ricerca di una proporzione naturale. 

Contemporaneamente alla pulitura, i restauratori, insieme agli archeologi, portano avanti anche la ricerca degli attacchi, vagliando centinaia di frammenti scultorei provenienti dallo scavo, individuando quelli che possono concorrere alla ricomposizione della statua, per completarne quanto più possibile la forma originaria. Nelle immagini (della pagina social della Soprintendenza di Cagliari) alcuni momenti di questa meticolosa ricerca con alcuni frammenti combacianti, appena ritrovati in corrispondenza dell’avambraccio destro

Oltre a queste attività, in laboratorio si procede a documentare ogni aspetto del reperto e, con delicate operazioni di movimentazione, si posiziona la scultura in modo che ogni suo centimetro possa essere esaminato per verificare quali metodi e strategie adottare. Con altrettanta cautela – si legge nella pagina – si è proceduto anche alla pesatura della scultura: operazione che ha richiesto una particolare cura nella progettazione delle modalità di movimentazione, considerata la delicatezza del materiale lapideo, che ha pesato più di 300 chili.

I lavori di restauro sono progettati e diretti dal personale della Soprintendenza, con fondi ministeriali in capo al Segretariato regionale per i beni culturali della Sardegna e sono affidati a una ditta specializzata.

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