Un’organizzazione imponente con tantissimi attivisti e volontari, decine di associazioni e gruppi, partecipanti in arrivo da tutta Sardegna: tutto è pronto per il Sardegna Pride, corteo che colorerà le strade di Cagliari la sera di sabato 25 giugno. L’appuntamento è alle 18 in Via Santa Alenixedda, di fronte al Teatro Lirico: un’ora dopo il corteo preceduto da sei carri e due auto (Arc, Mos, Urtzos, Unica Lgbt, Cgil nuovi diritti, TamburA Battenti) si muoverà verso via Dante, arriverà in piazza san Benedetto e proseguendo per via Paoli, via Sonnino, via XX Settembre raggiungerà via Roma e infine il Largo Carlo Felice.
Il Sardegna Pride è organizzato dal coordinamento sardo di realtà LGBT e queer: ARC onlus, Sardegna Queer, MOS, Famiglie Arcobaleno, Agedo, UNICA LGBT, CGIL Nuovi Diritti, Gaynet Olbia. Si celebra in questi giorni insieme ai Pride di tutto il mondo e aderisce al grande coordinamento dei cortei italiani dell’Onda Pride 2016.
Una festa, certo, ma non solo: l’evento ricorda quel 28 giugno 1969, giorno dei violenti scontri tra gruppi di omosessuali e polizia a New York seguiti all’irruzione delle forze dell’ordine nel bar gay Stonewall Inn, episodio che segnò la nascita di una lotta per l’autodeterminazione della comunità lgbt (lesbica, gay, transessuale, bisessuale). Una lotta che ancora cinquant’anni dopo non si ferma: l’Italia non ha ancora una legge specifica sull’omofobia e le norme sui diritti delle coppie omosessuali, dopo la recente approvazione del disegno di legge ‘Cirinnà’, sono ancora incomplete, come hanno sottolineato anche i movimenti sardi con una recente manifestazione.
“Dopo quarantasette anni dal 28 giugno 1969, la paura della differenza alimenta ancora, anche in Europa, pericolosi istinti discriminatori – sottolineano gli organizzatori del Pride. – L’omosessualità non è più una malattia da quasi cinquant’anni ma l’omo-transfobia è ancora una realtà”. L’ultimo, recente caso di omofobia nell’Isola riguarda don Massimiliano Pusceddu, parroco di Decimoputzu, che durante un’omelia aveva usato parole violente contro gli omosessuali: a placare gli animi giusto ieri è arrivata la nota dell’Arcivescovo di Cagliari che ha chiesto scusa a nome suo e della diocesi per le parole del sacerdote.
Nell’Isola il Pride chiude la Queeresima, quaranta giorni di incontri, proiezioni, mostre, dibattiti e presentazioni di libri sui temi dei diritti civili e tutto quanto vi ruota intorno; quest’anno gli appuntamenti sono stati dedicati all’intersezione di tutte le lotte civili, ideologiche, politiche. Tra le azioni della Queeresima, inaugurata dalla fiaccolata notturna contro l’omofobia, anche l’installazione di una nuova opera di street art all’interno della Galleria del Sale di Cagliari e la presentazione della nuova associazione Agedo che riunisce genitori e familiari di omosessuali.
“Le associazioni lgbtq del Coordinamento Sardegna Pride lottano da sempre per la piena uguaglianza di diritti e contrastano il pericoloso vento delle destre reazionarie e religiose e dei movimenti populisti che, in alcuni Paesi, sono già realtà. Il tormentato dibattito politico sulle unioni civili dimostra che l’Italia è un Paese tutt’altro che coraggioso”.
Il Sardegna Pride è stato autofinanziato grazie a diverse azioni: aperitivi, raccolte fondi, vendita di gadget con la campagna ‘Adotta il Sardegna Pride’. Per la promozione, il collettivo Naked Panda ha realizzato anche un video che ironizza su paure e stereotipi. L’evento ha il patrocinio di Regione Autonoma Della Sardegna, Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna, Comune di Cagliari, Cagliari candidata Città Dello Sport 2017, Comune di Assemini.
Quest’anno gli organizzatori puntano al grande successo di pubblico della scorsa edizione, con ben ventimila persone presenti al Sardegna Pride 2015.