“Perfidia”, primo film del sassarese Bonifacio Angius, nelle sale sarde dal 23 ottobre

Il film “Perfidia”, primo lungometraggio del regista sassarese Bonifacio Angius, è stato presentato alla stampa questa mattina al Cinema Odissea di Cagliari. La pellicola è reduce dal successo riscosso al Festival di Locarno e, dopo l’anteprima il 22 ottobre al Verdi di Sassari, verrà proposta anche al Moderno di Sassari, Odissea di Cagliari, Ariston di Oristano e Multiplex Prato di Nuoro, per poi uscire in altre città italiane.

“Perfidia” ha conquistato ottimi risultati di critica e pubblico in occasione della 67esima edizione della prestigiosa manifestazione svizzera, ed è stato l’unico film italiano in Concorso. La produzione è firmata da Il Monello Film e Movie Factory, mentre Angius (32 anni) ha è autore di soggetto, regia e, – con Fabio Bonfanti e Maria Accardi, anche della sceneggiatura del film. Il cast, tra gli altri, è formato da Stefano Deffenu, Mario Olivieri, Noemi Medas, Alessandro Gazzale, Andrea Carboni e Domenico Montixi.

“Perfidia”, girato a Sassari, si immerge nel contesto dell’Italia periferica di oggi per tratteggiare al contempo l’immagine di una generazione perduta, schiacciata dal dramma della crisi economica, del peso della precarietà e della disoccupazione.
Il protagonista è Angelo, 35 anni. Un padre con l’obiettivo di una vita ‘normale’, formata da un lavoro, un amore e una famiglia. Una normalità quasi utopica in questo angolo di Sardegna.

Sullo sfondo si stagliano i palazzi di Rizzeddu e Predda Niedda, i capannoni della zona industriale di Truncu Reale, il fascino dell’Argenteria, la borgata mineraria affacciata sul mare.

“Tutto si colora di grigio, a dare l’immagine surreale di una città smorta e sbiadita come i sogni dei 30enni a cui è negato il diritto di costruirsi un futuro e dove a regnare è il sistema clienterale. È una città contenitore di esistenze ai margini – ha detto Angius – anime fragili, individui senza un domani, persi nella loro apatia. Volevo mettere in evidenza, più che il dramma economico, ciò che ne consegue. Ovvero la crisi esistenziale dei tanti Angelo senza lavoro costretti a reprimere i sogni. Se mi affaccio alla finestra ne vedo tanti di Angelo. Troppi”.

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