Quest’anno, dunque? L’abbiamo chiesto a Stefano. Ponendogli anche un po’ di domande sull’origine del suo rapporto con la Sardegna e sulla Sardegna di oggi. A partire dalle ragioni del suo approdo nelle coste dell’Oristanese.
Stefano, com’è che sei capitato proprio nel Sinis?
“Seguendo un mio amico, Gianni Usai, che era venuto a vivere e lavorare qui dopo la Fiat a Torino”.
E prima del Sinis? Eri già venuto qui da noi?
“Mi sembra in Costa Paradiso, con mia zia. Mi piacque il mare, non il resto…”
Ma stai sempre là o vai in giro per l’Isola?
“Vado dappertutto, anche nell’interno. La Sardegna mi piace tutta. Meno la Costa Smeralda”.
Anche quest’anno, dunque, organizzerete il vostro laboratorio “Voce narrante”. Dove?
“Ad Alghero dall’11 al 18 agosto. Siamo partiti un po’ in ritardo, e ancora non sappiamo se raggiungeremo il numero minimo di iscritti per non rimetterci. Sia chiaro: il seminario non ha fini di lucro. Ma è necessario che partecipi un numero minimo di persone”.
Alghero è un pezzo di Sardegna molto speciale, un pezzo di Catalogna. Che te ne pare del vezzo dei sardi di individuare ‘Sardegne autentiche’, a volte contrapposte?
“Mah, il campanilismo e le antipatie fanno parte della storia d’Italia, non solo della Sardegna. Io della Sardegna amo proprio la varietà, non capisco perché dovrei amarne una parte, o un paese solo”.
Che ne pensi dell’indipendentismo sardo?
“Non posso dire che me ne intendo. Mi piace che si sottolinei l’unicità della cultura sarda, ma non vedo perché dovrebbe separarsi dalla cultura mediterranea, quindi anche dalla parte migliore dell’Italia”.
Hai sentito parlare del ‘progetto Eleonora?’ E in tal caso, che ne pensi?
“Non ho abbastanza dati per giudicare. Ma mi fido di Gianni, che non lo ama”.
Michela Murgia è molto attiva nel comitato che si oppone a quel progetto. Sai che potrebbe candidarsi alle Regionali del 2014 come governatore della Sardegna?
“E’ una brava intellettuale, ha una grande energia, mi sembra un’ottima candidatura”.
Si può insegnare a scrivere?
“Assolutamente no. Si può aiutare , incoraggiare, indirizzare la passione dello scrivere, ma non insegnare miracolosamente a essere scrittori”.
Il vostro seminario, infatti, non è un corso di scrittura, ma riguarda la relazione tra la parole scritta e la parola recitata. Cosa fate, per esempio?
“Partiamo da un testo, ci interroghiamo su come leggerlo e a voce alta, sulla fonica, sul rapporto con la musica, poi lo mettiamo in scena, ovviamente con semplicità”.
C’è qualcuno degli allievi dei seminari precedenti di cui vai particolarmente orgoglioso?
“Molti. Specialmente quelli che hanno portato il seminario sulla voce narrante nelle scuole, e fanno teatro coi bambini”.
Se vedi che uno proprio non è portato, glielo dici?
“Gli dico le cose per cui non è portato a anche quelle che potrebbe fare bene, e c’è sempre qualche piccolo talento”.
Dopo Alghero torni nel Sinis?
“Sarò là prima, per tutto luglio”.
Ci vai mai d’inverno?
“In inverno, in primavera. Forse la primavera è la stagione più bella”.
(Sardinia Post)