Vigile del fuoco morto, funerali solenni. La figlia: “Era orgoglioso del suo lavoro”

Si sono svolti nel pomeriggio a Ossi, nella chiesa di San Bartolomeo apostolo, i funerali di Tonello Scanu, il vigile del fuoco 54enne, vicecoordinatore in servizio al Comando provinciale di Sassari, deceduto in servizio a Nulvi, la mattina del 28 dicembre durante un intervento su un cavo dell’alta tensione spezzatosi a causa del maltempo.

Alla cerimonia funebre, celebrata dall’arcivescovo di Sassari, Gianfranco Saba, e dal parroco di Ossi, don Felix Mahoungou, hanno partecipato il sottosegretario del ministero dell’Interno, Carlo Sibilia, il capo Dipartimento dei vigili del fuoco, Laura Lega, e il capo del Corpo nazionale, Fabio Dattilo, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, il sindaco di Ossi, Pasquale Lubinu. Proprio nella caserma dei Vigili del fuoco di Sassari, prima delle onoranze funebri, si è svolta una breve e commovente cerimonia. Davanti al feretro di Scanu si sono schierati i colleghi e la famiglia.

Dalla caserma il carro funebre si è spostato a Ossi, dove al suo arrivo ha trovato due ali di folla schierate lungo le vie per dare l’ultimo saluto al loro compaesano. “Il nostro cuore e il vostro, carissime Katia, Serena e Martina, è segnato da un profondo velo di mestizia per il dolore provato a causa dell’improvvisa dipartita del nostro fratello Tonello”, ha detto l’arcivescovo Saba dal pulpito rivolgendosi alla moglie e alle figlie del vigile del fuoco. “Più volte ho avuto modo di incontrare Tonello e ne ho un ricordo vivo di persona affettuosa, amabile, solare. Il suo cuore buono e generoso ora è custodito da Dio. Se una triste energia ne ha stroncato la vita, l’energia divina ne ha elevato l’esistenza”.

Dal pulpito le parole più toccanti, prima della Preghiera del vigile del fuoco e del saluto del comandante provinciale, Girolamo Bentivoglio Fiandra, le ha pronunciate la figlia di Tonello Scanu, Martina: “Volevo dire una cosa a tutti: siate orgogliosi come lo era lui. Era orgoglioso di quello che aveva, della famiglia, del suo lavoro, nel quale era sempre pronto a mettersi davanti a tutto. Era il nostro eroe”.

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