La Sardegna è in buona compagnia nei giochi di guerra del Mediterraneo: pure in Sicilia carri armati e soldati in assetto militare sono ormai diventati parte integrante del paesaggio tra falesie spettacolari e coste incantevoli.
Sessant’anni fa la Nato ha requisito la zona di Punta Bianca, nella costa a sud di Agrigento, trasformandola in un poligono per le esercitazioni militari: qui i soldati testano munizioni e macchine da guerra, sparano coi carri armati (in foto) sulla terra e verso il mare e distruggono la superficie di un’area che nel frattempo è candidata a diventare riserva naturalistica regionale e ospita anche un eccezionale e antichissima area archeologica, la Valle dei Templi. Un paradosso senza senso dove si muovono in direzione contraria gli interessi della Nato e quelli dei cittadini a cui la zona è interdetta.
I carri armati che sparano a Punta Bianca sono stati documentati con diverse riprese video dalla delegazione agrigentina di Mare Amico, associazione ambientalista che insieme a Marevivo, Legambiente, Consorzio turistico e Distretto turistico di Agrigento ha creato un unico comitato per la difesa di Punta Bianca. Nelle immagini diffuse sul canale youtube si vedono chiaramente i mezzi dell’esercito che sparano creando anche enormi crateri sul terreno e violente esplosioni in mare a pochi metri dalla riva.
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“Da anni siamo impegnati in Sicilia e in particolare ad Agrigento per denunciare la presenza dell’esercito che da ben 58 anni martirizza i nostri luoghi con cingolati e carri armati – racconta Claudio Lombardo, rappresentante di Mare Amico Agrigento – Tutto questo avviene sulla nostra bellissima costa, a pochi chilometri dall’antichissima Valle dei templi, dove si stanno distruggendo le falesie naturali che crollano per boati e vibrazioni. Stiamo combattendo affinchè la nostra terra sia liberata dalla presenza dei militari, e stiamo seguendo con attenzione anche quanto sta accadendo in Sardegna. Abbiamo sentito che sono stati distrutti alcuni nuraghi e che da voi si continua pure a sparare dal cielo e dal mare, cosa che per fortuna in Sicilia non accade da anni. Siamo vicini e solidali agli amici della Sardegna perché quella delle servitù militari è una battaglia che non riguarda i singoli territori ma tutto il nostro paese”.
Francesca Mulas