Vertenza stadio Is Arenas, è scontro tra il Comune di Quartu e la società rossoblù

Botta e risposta tra l’amministrazione comunale di Quartu e la società del Cagliari calcio sulla vertenza dello stadio Is Arenas. Nei giorni scorsi la Giunta guidata dal sindaco Graziano Milia aveva reso noto che non ci sarà nessuna conciliazione tra rossoblù e Comune e si dovrà aspettare marzo per il pronunciamento del giudice. L’amministrazione comunale aveva proposto al club rossoblù un accordo che prevedeva la rinuncia a più di 40mila euro per il ripristino della pista di atletica (da 659mila a 618mila) e una cifra anche superiore per ciò che concerne il campo di calcio (da 450mila a 225mila). Il Cagliari calcio – spiegano da Quartu – aveva tuttavia ritenuto non condivisibile tale quantificazione economica, rifiutando l’offerta e non presentando alcuna controproposta.

Nel 2012 il Cagliari aveva scelto Quartu e lo stadio Is Arenas per disputare le proprie partite casalinghe. Quartu aveva rinunciato a utilizzare il campo da calcio in erba e la pista di atletica. Poi lo smantellamento dell’impianto con la rimozione delle tribune. Per la rinascita del nuovo polo sportivo Quartu ha già ottenuto due finanziamenti da 1,6 milioni e da 700mila euro, nell’ambito dei fondi Pnrr il primo e tramite fondi regionali il secondo, per interventi che prevedono tra le altre cose anche la costruzione di nuovi spogliatoi e la nascita di un campo da baseball. Proprio tenendo conto di tali finanziamenti- concludeva il Comune- e quindi dell’urgenza di portare avanti il progetto, il giudice ha accettato l’istanza del Comune di accertamento dello stato dei luoghi, che è stata infatti già effettuata. “Quartu è stata molto generosa col Cagliari calcio – ha scritto il sindaco Milia su Facebook -, avendo rinunciato per oltre 10 anni a quella che allora come oggi è una delle sue migliori strutture. Sorprende che a fronte dell’atteggiamento sempre aperto e dialogante, la società sportiva si sia arroccata in una chiusura totale, tanto più ora che si appresta a ricevere un’enorme quantità di finanziamenti pubblici per la realizzazione di un nuovo stadio a Cagliari”. “La nostra amministrazione ce l’ha messa tutta per arrivare ad una conciliazione che consentisse di estinguere il contenzioso – ha proseguito -. Ci siamo persino resi disponibili ad accettare le somme proposte dal perito del Tribunale, alquanto ribassate rispetto al computo iniziale”.

Oggi interviene anche il presidente rossoblù, Tommaso Giulini: che aspetta la pronuncia del giudice e si sofferma invece su un punto toccato da Milia. “Cioè quello di un presunto finanziamento pubblico che arriverebbe nelle casse del Cagliari calcio per la costruzione del nuovo Sant’Elia. È indispensabile – dice il patron del Cagliari – tenere presente che il contributo pubblico d’equilibrio previsto dal piano economico finanziario viene destinato a un project financing nel quale l’aggiudicatario di un bando d’appalto internazionale (anch’esso pubblico e accessibile a chiunque) otterrà una concessione cinquantennale, al termine della quale l’impianto tornerà nella piena disponibilità del Comune di Cagliari. Una apposita società, composta attualmente da Costim e dal Cagliari, parteciperà a questa gara e a prescindere dall’esito, tutt’altro che scontato, il club avrà in ogni caso l’obbligo di pagare un cospicuo canone annuale per l’utilizzo del nuovo stadio, come imposto da qualsiasi convenzione di concessione di un’opera pubblica”.

“Sono aspetti fondamentali e dirimenti – conclude Giulini – se si ritiene di voler commentare e valutare correttamente la questione, evitando inutili demagogie. Voglio infine rimarcare come a Quartu si siano alternate in tutti questi anni diverse giunte e nessuna di esse si è rivelata all’altezza nel gestire la vicenda Is Arenas. L’esatto contrario di quanto avvenuto a Cagliari dove – dal 2015 ad oggi – sul progetto intrapreso per il nuovo Sant’Elia, le varie maggioranze – seppur tra loro di differenti colori politici – non hanno mai fatto mancare collaborazione e proattività per muovere i passi previsti dalla cosiddetta “Legge stadi” del 2013, facendo della Sardegna e del suo capoluogo un caso attualmente unico nel panorama italiano in materia di progettazione di infrastrutture sportive per il calcio e per la città”.

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